lunedì 17 luglio 2017

Vento d'estate. 
Anche troppo ma più che altro soffia dentro. Un luglio denso e un po' grumoso che non lascia apparire le visioni evocate, che non libera la mente e non disseta con le immagini fresche e le bollicine auspicate.
Una specie di sovraccarico a volte crea strati difficili da snodare, è il preferie, il preevento o magari è solo il post di qualcosa e allora è forse peggio perché vuol dire che è un risultato e i risultati difficilmente li puoi cambiare. 
Tendo a vederla nell'altro modo. Un momento che lascerà spazio a gustose bibite refrigeranti, paesaggi azzurri, ore distese, recupero e benessere.
Sono in bilico. Non su una corda, ne' su una scala. Ho entrambi i piedi a terra eppure non ho equilibrio. L'ho perso poco fa, subito dopo averne riconosciuto la possessione. È sempre così. Il futuro è certo, non potrebbe esserlo di più tuttavia è un incognita la mia capacità di affrontarlo, la prospettiva del mio sguardo. Attendo che tutto mi si riveli, attendo di vedermi, di capire e di fare. 
Di ritrovare accordi, completezza e passo leggero, cose che vanno e vengono, lo so, ma spero di trattenerle ogni volta un po' più a lungo.
Intanto mi siedo vicino ai libri sulle mie scale di legno e respiro la loro quiete, intanto tengo occupate le mani, espongo all'aria la faccia e cerco di sentire più lontano, intanto osservo e prendo nota, disperdo negatività nei temporali, ascolto poesie di Nick Cave mentre guido e vedo la campagna viaggiare fino al mare. Intanto vado, purtroppo non fin dove vorrei andare.



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