martedì 15 maggio 2018

Spazi piccolissimi per la scrittura. Frammenti, niente più che frammenti rubati allo scorrere serrato e denso, colmo, delle ore, dei giorni e delle settimane. Pigio i tasti per ricordare a me stessa che so ancora farlo, che le parole salgono ancora veloci alle labbra e alle dita, e attendo, attendo che arrivi il momento piano e morbido in cui potrò di nuovo dedicarmi a questo.
Intanto questo scorrere gravido di cose mischia eventi a quotidianità: la vita coi bambini, le notti stanche, la luce delle cinque e i cinguettii fuori nella campagna; l'impegno con la Galleria, gli incontri d'arte da preparare uno dietro l'altro, scegliendo tagli fuori dal comune, fuori dalle classiche monografie, per seminare, indirizzare un interesse, regalare una visione e svelare una chiave di conoscenza. Tutto per migliorare, edificarmi, tenermi attiva, relazionarmi agli altri, dare un senso agli studi e serbare un esempio, offrire subito un'occasione ai piccoli di annusare l'arte, familiarizzare con i libri e le immagini, sapere di cosa è fatta la mia esistenza oltre alle loro voci, alla loro pelle, ai loro occhi, alla loro personalità totalizzante.
Studio, famiglia, panorami verdi sotto la pioggia di maggio come in Irlanda, giochi e merende, appunti mentali, macchina e strade, noi quattro e i nostri spazi condivisi, la primavera e fra poco l'estate, il tempo che va...

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