L'estate è un viaggio. Lo dico tutti gli anni. E lo è anche se non si parte, perché se non è il fisico a salpare è la mente a spiegare le vele e tutto il resto lo fanno il tempo, lo spazio e la temperatura.
Estate molto lavorativa, estate di tanti incastri, un po' di mare e mille date da segnare sul calendario: da conferenze stampa e manifestazioni pop all'apertura di una mostra di incisioni tra le più raffinate mai messe insieme, dalla presentazione di un'esposizione ipercromatica, un po' ammiccante e con residui di una certa nostalgia, all'uscita del mio nuovo libro, aspettata a lungo e arrivata poi come una rivelazione, come una sorpresa, aprendo il canale della scrittura, ispirando, motivando senza sosta.
Una stagione torrida di uscite in moto - via, lontani per trecento km il giorno di Ferragosto - di mercatini in cerca di libri, di gelati, sorrisi e nervosismi, di amicizia e di affetti, qualche soddisfazione e una linea d'ombra bella consistente all'orizzonte da attraversare, da costruire.
Ci sono state cene in compagnia di artisti, "cene antispreco" in mille a Senigallia, cene in spiaggia fino a tardi con la pizza sui lettini, cene post-gara coi runners, cene di pesce sotto ai fuochi d'artificio, rosticciane coi parenti toscani e infinite cene di paese, arrangiati e genuini sulle tavole, in odore di rievocazione, tra grigliate, arrosticini, trionfi di cipolla e qualche sorso di mistrà.
Ci sono stati aperitivi e spritz di compleanno, cinema all'aperto in cima alla collina, passeggiate a Sirolo e Numana il lunedì sera - noi che possiamo -, birre a Metamonte per non dimenticare la fortuna di quel panorama e per non scordarci delle nostre "prime volte"; ci sono state le olimpiadi in televisione, i libri divorati ad ogni pausa, i concerti del Caterraduno, la bolgia civitanovese di Vita-Vita, l'antiquariato a Fermo e un'intensa ora alla libreria Ferlinghetti con due nuovi amici tutti da scoprire per i quali la lettura è un atto sacro e dionisiaco come lo è per me.
Poi, dopo i quaranta gradi fissi per due mesi, sono arrivate le piogge, ad annodare gli animi e richiamare i mille ricordi dei temporali al Jet (dove il primo impulso è sempre quello di passare una mano su quel legno con il suo nome inciso); a sorprenderci sotto un tendone, sugli spaghetti alle vongole e la conversazione spumeggiante di una famiglia di amici molto speciale; a muovere i cieli di Livorno, salutando un'esperienza all'Accademia Navale distante oltre diciassette anni; ad accompagnare il rientro, gli impegni, le altre mostre da curare; e a spegnere i grilli di serate tutte nuove, dove ho ritrovato il silenzio e i suoi significati, riempito di lampi e di tuoni, riempito delle mie emozioni miste e tanto dense da non saperle dire, fatte di altri ritmi, altri suoni, altre vedute in altri ambienti cui abituarmi, cui affezionarmi, dove cercare equilibri che facciano scudo negli anni, che diventino abbraccio e identità e casa e famiglia.
Caterraduno - Senigallia
Gubbio - Ferragosto
Tirrenia
ciao, sono la tua amica dionisiaca. com è Libertà?
RispondiEliminaPa, lo sto leggendo con gusto, la bella scrittura è indiscutibile, quanto al contenuto però devo ancora capire tutto: sono sulla soglia sottile tra l'intuizione di un'intelligenza ironica e l'antipatia generale per i personaggi...ti saprò dire più avanti...
EliminaAlla fine mi è piaciuto tanto. Infinitamente più de Le Correzioni.
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