Già da qualche tempo gira il mio ultimo libro, ancora risuona sebbene io stia scrivendo altri scenari. Ho avuto molti ritorni dalle persone che lo hanno letto, opinioni e impressioni particolarmente contrastanti le une dalle altre, come forse non era capitato con i due precedenti, e la cosa è davvero interessante. Ora iniziano a pervenire anche alcuni commenti scritti, qualche recensione di cui sono sempre molto grata.
Questa e la foto sopra sono di Klaus:
"Marta non delude mai. Il suo modo di scrivere è delicato e la storia risulta dolce ma mai banale. Non si parla mai di amore in senso smielato, non c'è mai frenesia di sentimenti; il lettore percepisce piuttosto, una tentata ma non troppo voluta introspezione da parte della protagonista. Il ritmo è lento ma mai pesante. Siamo a Parigi, una città che non stanca, che affascina, che rende liberi e sereni, la stessa sensazione di quando passeggi meditando per Pere Lachaise. Luc ha il suo carattere definito, lui sa cosa vuole, cosa lo fa sentire realizzato, conosce bene tutto ciò che lega il suo io al mondo esterno, gestisce la sua attività con garbo e passione, sa come interagire con i suoi familiari. Ha ben chiaro da dove viene e cosa vuole anche se in realtà la sua natura è nomade. Così c'è scritto. Ma la magia è proprio questa. Il lettore capta che c'è un'inversione di ruoli: Luc è nomade ma in questa storia è simbolo di stabilità. Dionisia, sulla carta, è colei che aveva avuto un ruolo, sin da piccola sapeva cosa poteva essere importante, invece nella storia, in questo scorcio della sua vita, è la parte mobile: non vuole sapere troppo, nè soffermarsi a lungo a capire dove vuole andare e che fare. Le basterebbe graffiare in superficie, senza neanche scavare, per capire cosa c'è sotto, cosa si nasconde dietro a ciò che la spaventa, ma non lo fa. Le resta più facile non addentrarsi e non pensare, solo riuscire a vivere la storia con Luc e godere dei momenti insieme. I due personaggi si muovono eleganti, come in una danza, tra incontri banali e incontri più illuminanti. Poi c'è la fine della storia. Un finale che sorprende, che commuove e si muove. Sì, una conclusione in movimento che rende tristi o felici a seconda della prospettiva. Forse è vero, i traumi non necessariamente devono essere svelati e risolti. Si può vivere a braccetto con loro e farne una forza senza il bisogno di conoscerli a fondo. Due cose vorrei fare adesso: tornare a Parigi e farmi un altro tatuaggio."
non sbraitare: sei stata nominata sul mio blog per ritirare un premio!
RispondiEliminami riempi sempre di premi tu!!!
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