"I awake to the cry
that people have the power
the power to dream, to rule,
to wrestle the world from fools
it's decreed the people rule
listen
I believe everything we dream
can come to pass through our union
we can turn the world around
we can turn the earth's revolution
we have the power
people have the power"
Semplice. Intenso. Memorabile. Esuberante. SIGNIFICATIVO. Trascinante. Entusiasmante. Energico. Sorgivo. EMOZIONANTE. Sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente per qualificare lo spettacolo di lunedì sera, il concerto di Patti Smith & her band allo Sferisterio.
Già l'atmosfera dell'arena mi suggestiona ogni volta, quel suo vento leggero e fresco mi richiama alla mente tante diverse situazioni musicali, tante esperienze personali e condivise, se poi ad esibirsi è una figura che attraversa la musica assieme all'arte alla poesia e con un bagaglio di principi e convinzioni che sposo con tutta me stessa, allora il picco empatico ed emozionale è deflagrante.
Arrivare dinoccolata in un cappello morbido, con la sua gestualità delicata e i modi dolcissimi e iniziare con Dancing Barefoot, scivolare sulle canzoni del nuovo album, intensificare con Pissing in a river, iniziare a prendere fuoco con Privilege (set me free) e con Free Money ancora non basta, ancora non è sufficiente, bisogna sconvolgere questo pubblico tenuto serrato e disciplinato da un divieto di fare foto, da un divieto di uscire dalle file, bisogna scenderci in mezzo, mescolarsi e allora sì, allora arriva la spinta, l'onda emotiva, il bisogno di fare, muoversi, oltre le mani, oltre lo sguardo vorace e tutta l'arena risponde, le impazzisce attorno e la segue anche perché poi arriva quella frase, quella famosa, quella che dice "Jeasus died for somebody's sins but not mine" - lo hanno scritto anche sopra le magliette che vendono all'entrata - e tutti sanno darle un nome, e tutti la cantano e tutti si alzano e saltano e ballano e non stanno fermi... Gloria G - L - O - R - I - A Gloria G - L - O - R - I - A Gloria G - L - O - R - I - A Gloria...
Quando arriva quel momento nei concerti ti esplode qualcosa dentro, non sempre succede, con Patti lunedì sera decisamente sì. La voglia di partecipare a quelle musiche conosciute, sì, ma di più a quei testi, a quello scuotimento di coscienza a cui lei ti spinge e ti chiama, ti vibra dentro, ti suggerisce con incisiva insistenza di essere presente a te stesso al tuo tempo alle tue scelte, palpitante, sentimentale, traboccante, intelligente, senza vergogna, FUORI DA TUTTE LE ESTERIORITA', DENTRO ALLE PROFONDITA' DEI SIGNIFICATI, fuori dalle masse conformi ma parte di qualcosa di universale, di umano, di spirituale, di colto, di impegnato, di edificante. Lei ti dice di non perderti niente, di fare tutto al meglio e di avere rispetto per tutte le cose - mescolando dolcezze di gesti e di sguardi infinite ad un'energia gracchiante e maschia con cui imbraccia la chitarra e sputa in terra, con la sua band che ci dà dentro, lì e da una vita.
Dopo brevi accenni all'opera, ricordi con suo padre su Puccini e tributi a Verdi, arrivano tutte le conferme: Because the night dedicata al marito ("il re degli uomini", come lo descrive in Just Kids), People have the power, con cui ci chiede fiduciosa di non dimenticare, "Don't forget it! Don't forget it!", e una clamorosa chiusura con My generation degli Who - sparata in alto e in largo come avessero vent'anni lì sul palco e come avessimo vent'anni tutti noi -, dentro alla quale attacca un monito da predicatore, una declamazione da reading americano come in diversi altri momenti del concerto ed io ho quasi le lacrime a sentirle dire "BE FREE!, Siate liberi!" mentre spezza le corde di una chitarra, facendo un gesto "from my fucking generation to yours", a ricordarci di essere uomini di rottura, di polso, di imperativi morali, voraci, attivi, supremi e in tutto questo semplici, come lei che se n'è stata tutto il tempo sulla scena spoglia, sola e perfetta con gli strumenti e la band senza risparmiarsi un secondo, portandoci dosi massicce e ripetute della più pura ISPIRAZIONE.
Quanto a tutti quelli che dicono che un concerto è solo un concerto, un libro è solo un libro, un film è solo un film e così via, io penso che sia la loro vita ad essere solo una tautologia.
Quanto a tutti quelli che dicono che un concerto è solo un concerto, un libro è solo un libro, un film è solo un film e così via, io penso che sia la loro vita ad essere solo una tautologia.
"LA VERITA', COME L'ARTE, E' NELL'OCCHIO DI CHI LA GUARDA.
TU CREDI A QUELLO CHE VUOI. IO CREDO A QUELLO CHE SO."
da Mezzanotte nel giardino del bene e del male
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