giovedì 17 luglio 2014

Leggere ed interpretare un libro è un po' come riscriverlo, secondo la propria percezione delle parole, delle evocazioni, delle atmosfere, dei messaggi nascosti e diretti. Chi scrive - o io quando scrivo - poi lascia andare il suo racconto, lo affida ai lettori e, quando questi gli mostrano ciò che ci hanno visto dentro, poi si aprono mondi ulteriori e sentimenti di profonda comprensione, l'uno vede l'altro nell'interezza, per ciò che è stato scritto e per ciò che è stato letto. 

Devo ringraziare infinitamente Lorena per questa recensione, per questa approfondita analisi, per tutto il tempo che la sua mente analitica e sensibile ha dedicato a Frangipani, cogliendo quanto era scritto e quanto non lo era.


Leggendo "Frangipani" questi pensieri fluiscono pensando di parlarne a qualcuno con entusiasmo, per mostrare la ricchezza che cela....

L'atto del raccontare permette di organizzare l'esperienza mediante una trama di corrispondenze tra mondo interno e mondo esterno che si rinnovano continuamente.
Nel narrare e nel narrarsi pensiero logico sequenziale e pensiero creativo sono simultanei. Si genera una sorta di sdoppiamento tra l'Io passivo bisognoso di manifestrasi e l'Io attivo che scrive, elabora, riflette, controlla.
La pratica della scrittura diviene espressione di un investimento collegato non solo alla costruzione di significati e alla ricerca, ma anche alla riorganizzazione dell'esperienza di sè.
La narrazione così come la poesia offre l'accesso ai tanti mondi reali e fantastici dell'essere e nel leggere si può co­narrare una storia. Si manifesta un "a tu per tu" con lo scrittore.
In "Frangipani" ogni racconto può essere vissuto leggendolo e si può rispondere accettando,
aprendosi alle possibilità che introduce, oppure modificandolo, smussandolo, arricchendolo di particolari.
Queste storie si devono attraversare una alla volta accuratamente. Ognuna merita un ascolto, una presenza assoluta, un esserci con tutti i sensi, un farsi permeare, un predisporsi a successive riletture. Rileggerle permette di sfogliarle e risfogliarle fino ad arrivare all'anima di ogni persona narrata, fino a stupirsi.
Entrare con tutti i sensi nella storia è dar corpo e in seguito poter dare anche voce ad un susseguirsi di immagini che affiorano dal profondo dell'anima rendendosi così esploratori.
L'invito così abilmente e sottilmente prodotto da Marta è a rendersi disponibili a fluire con il
racconto, prendere contatto ed accogliere le immagini che si affacciano o lasciare che prendano consistenza lentamente, sostenute da un ricordo, evocate da un'emozione. Per un racconto potrebbe a volte prevalere un sentimento di rifiuto poiché troppo difforme dal proprio immaginario o troppo dissonante dal processo emotivo che ha messo in atto; ogni racconto evoca immagini che possono produrre soluzioni, risposte, strategie, allargando così enormemente l'immaginario e le sue possibilità esistenziali.
Leggere i tredici racconti è leggersi e tessere collegamenti col proprio mondo interiore.
E lo stile di Marta permette questo e molto altro ancora perchè guida il lettore con raffinata
efficacia comunicativa mediante "codici" che abbracciano ogni sistema rappresentazionale. E riesce in questo con rara abilità.

Lorena Rossetti

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