Ho ripreso la penna in mano. Per scrivere ho ripreso la penna in mano e ho iniziato un quaderno e ho lasciato andare gli ormeggi trattenuti dal computer, dalla musica, da tutto quello che solitamente m'ispira e m'invoglia; ho preso la penna che preferisco, ho messo un anello al dito e ho ascoltato e guardato tutto quello che mi stava intorno, ma non ho pescato fuori di me, ancora ho preso da dentro, ho acciuffato lembi di pensieri che vagavano senza trovare dimensione nei racconti lunghi o nella scintilla dei versi e li ho tradotti in frammenti di storie, racconti brevi, che salgono uno dopo l'altro e vengono fluidi, scritti dalla penna, con le righe, con le correzioni, ma sicuri di trovare spazio in ogni momento vuoto della giornata, senza essere rimandati, sempre con me, nella borsa, nella testa e nelle mani. Non sono mai stata così sollecitata, tutto si riempie e tuttavia trova altro tempo, trova altre pagine bianche da tracciare subito, veloci, svuotando le sacche del mio retaggio gonfie di eco e di tintinnii...
sai... ogni tanto vado a massaggiare con l'interno del pollice il solchetto che anni di penna hanno creato sul dito medio...
RispondiEliminaLui è rimasto là pronto ad accogliere lo strumento che dà vita ai pensieri...
su quel punto la pelle è ruvida, a dare consapevolezza, a fare la mia storia di scritture...
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