mercoledì 13 giugno 2012

Serata di vento, caldo, improvviso e vigoroso, a spazzarmi via i capelli, a muovere il cielo di giugno che scolora lentamente e dal pervinca arriva al lapislazzuli per gradazioni successive, qualche volta permettendo la visione di una perfetta, uniforme, meravigliosa ora blu. Ieri c'erano troppe nuvole a spasso, tirate e spinte, ma era comunque uno spettacolo da quel terrazzo che vede in alto la cittadella e là di fronte i filari, le luci e la campagna, tanto perfetta e aperta ai lati che fa venire in mente Paolo Uccello - mi ha detto in un attimo di rapimento Forgioli, con l'occhio e le mani del pittore, col carattere del montanaro silenzioso e profondissimo. 
Serata di conversazioni, una cena distensiva e quel piacevole fare conoscenza, guardarsi e scoprire come si è arrivati all'incontro, con l'arte, con la scrittura, con gradi di separazione che potevano essere infiniti e invece sono sorprendentemente semplici e ridotti. 
Artisti, amici, mentori e un viso di bambina con le lentiggini come un cerbiatto, pronta a dare confidenza con la grande generosità di chi non ha filtri ne' paure.
E in apertura, naturalmente, un brindisi a te, Dino, sempre e comunque presente: avresti reso tutto più dolce, come le albicocche, come le ciliegie. 


Attilio Forgioli, Frutti, 2005-2006, 
olio su tela, 75x95 cm

2 commenti:

  1. stupida io: perchè sto piangendo, se lui era solo fonte di gioia?

    pa

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    1. Perché manca. Grande nostalgia alla fine della serata...

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