giovedì 19 luglio 2012

Ascolto poesie da altri mondi, lontani nelle distanze, lontani nel tempo. 
Le ascolto declamate, sussurrate, a lambirmi, a portarmi altrove, 
in quel luogo dove spesso mi ritrovo sola, 
anche se chiamo, anche se invito qualcuno ad entrare. 
Le mancate complicità a volte mi atterrano. 
Specie quando non sono in grado di evocarle, o ispirarle,
anche se so che non si possono indurre le spontaneità, 
e certo il mio universo e la mia sola presenza 
non riescono a costituire una piacevolezza in sé.
Le sfumature in certi momenti giganteggiano,
sembrano l'unica cosa,
tolgono spazio alle parole,
rendono muti.

Neanche le stelle.
Neanche i sentimenti.


"He said he could hear the flowers / sighing like women / in their green forest-paper / dressing gowns, / and I thought / there might be a woman who had flowers / rather than feet, / there might be a world without prisons, / where you offered your hand, a lily, / and there would noy be blood..."

LONG-STEMMED Diane Wakoski

"Disse che poteva sentire i fiori / sospirare come delle donne in vestaglie / di carta del colore delle verdi foreste/ ed io pensai / che poteva esserci una donna / con dei fiori al posto dei piedi / che poteva esserci un mondo senza prigioni/ dove tu offrivi la tua mano, un giglio/ e non ci sarebbe stato sangue..."

3 commenti:

  1. Ma forse si tratta di momenti da assaporare in piena autonomia con tutte le sfumature da cogliere e individuare che una condivisione potrebbe magari depotenziare,chissà.
    Che non significa non avere capacità di coinvolgere l'altro da sè...il tuo universo pur complesso variegato e ricco, non respinge, ma invita ad un cauto e rispettosissimo ingresso, a volte in punta di piedi per paura di urtare qualcosa di prezioso...e non sempre chi ti è accanto, e ti vuole bene possiede quella delicatezza necessaria per maneggiare con cura gli elementi di quel luogo, di quell'altrove...

    G.

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    1. Ci rifletto. Penso che a volte perdersi l'opportunità di una condivisione sia un peccato, trascurare l'intensità di un invito, non percepire l'importanza di quel metterci a parte di luoghi e frammenti, spesso per via esclusiva, per creare ricordi, piccoli scintillii lungo la strada... Se ci stiamo attenti, sono le piccole cose che fanno quelle grandi.

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  2. Sono d'accordo con te...ma spesso tutto il quotidiano che fagocita impedisce anche alle anime più attente di cogliere quella gamma di piccole cose che insieme generano quelle grandi...
    G.

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