venerdì 19 ottobre 2012

Ramble on...

Delle volte mi chiedo quale sia il criterio in base al quale scrivo di alcuni argomenti piuttosto che di altri. 
I filtri sono molti e nessuno al contempo. E' il mio spazio libero questo, vado a sensazione, e cerco di trattarlo come una bacheca dove appunto ed espongo cose fatte, viste, provate, cose che non voglio dimenticare e che posso tornare a leggermi e guardarmi quando voglio, per esercitare una memoria volontaria e una condivisione insieme. 
Sicuramente su questa bacheca non può mancare il ricordo del Celebration Day. Di quando siamo andati al cinema a vedere il concerto dei Led Zeppelin del 10 dicembre 2007 alla 02 Arena di Londra. 
Non è tanto per il film di Dick Carruthers, che in realtà è molto semplice, quanto per la musica sempre perfetta prodotta da quegli strumenti, da quelle persone che hanno fatto il rock, il rock come lo intendo io, trascinante e fisico e memorabile anche se gli anni bollenti sono passati, anche se il batterista è il figlio e non l'originale, anche se la voce di Plant non tocca più le stesse vette. Empatici, fascinosi, tanto coordinati e simbiotici che mi sono chiesta tutto il tempo: "Ma quanti concerti hanno condiviso questi tre? Quante serate deliranti? Quanti banchetti eccitanti?". E cosa dev'essere starsene lì sopra ora, dopo decenni ruggenti, a suonare una chitarra - che a dirla così sembra un'azione riduttiva per Jimmy Page - con un archetto, tenendo una e mille folle nel palmo delle mani, come un dio elettrico nella sua trionfale apoteosi?
La scaletta non aveva momenti di calo (in fondo stiamo parlando dei Led Zeppelin): Good Times Bad Times; Ramble On (seconda esecuzione dopo il concerto del 25 giugno 1972 al LA Forum); Black Dog; In My Time of Dying; For Your Life (prima esecuzione); Trampled Underfoot; Nobody’s Fault but Mine; No Quarter; Since I’ve Been Loving You; Dazed and Confused; Stairway to Heaven; The Song Remains the Same; Misty Mountain Hop; Kashmir; Whole Lotta Love; Rock and Roll. E non starò a dire delle mie impressioni di un'esecuzione o di un'altra, perché il livello era tale e ancora talmente sorprendente che l'unica cosa evidente era la voglia di sbarazzarmi della sedia del cinema e aumentare il volume.
Era da molto tempo che non mi dedicavo a questo tipo di visione e me ne è venuta nostalgia. Gli anni del liceo li ho passati tra gli unplugged e le videocassette di concerti, tra i libretti dei cd e la ricerca dei bootlegs, a leggere riviste di musica, a farmi prendere - e farmi prendere forte - dai testi, dalle vibrazioni. Ora c'è tanto altro che prende quegli spazi, ma questo dev'esserci ancora. 




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