Novembre assolato, novembre di strade in macchina solcate come scivolandoci, tagliando le colline da un arco all'altro, sopra le curve, dentro le valli, per raggiungere, per unire, per cucire i luoghi del lavoro e degli affetti. L'aria finalmente un poco frizzante, il mare in lontananza ma sempre presente, una promessa in cui avere fiducia, e via con la musica in sottofondo e i libri e i quaderni e le matite nella borsa, non per disegnare, ma per appuntare, per scrivere di chi ha disegnato e dipinto tanto, per andare a fare conversazioni che assorbo come una spugna assetata, per andare a guardare con gli occhi vivi e sgranati, in ambienti vissuti dove si respira l'arte e la cultura, concreti, veri e semplici, dietro gesti accurati, gentili, che trovano corrispondenza nella pittura. E mi meraviglio delle tinte, mi meraviglio della bellezza classica ed eterna, della silenziosità, della dolcezza atmosferica, di come possa esistere e conservarsi nella sua mitezza e sono elettrizzata del progetto e della scrittura che mi vengono affidati, li tengo come un cesto di primizie profumate e delicate a cui mi applico gustandole, frutto dopo frutto, quadro dopo quadro, parola dopo parola.
atelier Nino Ricci
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