martedì 4 dicembre 2012

inizia quel periodo dell'anno che mi concedo come regalo personale, come momento tutto mio di abbraccio e di calore e che in alcuni casi può anche diventare un tipo speciale di condivisione, 
basta avere la disposizione d'animo, la voglia di starci in mezzo al mio mondo, dentro la mia testa e attorno e insieme ai miei gesti da qui alle feste natalizie. 
niente di strano, mi piacciono le illuminazioni, mi piace come sta il rosso assieme al verde, al marrone e al bianco, mi piacciono i fuochi e le candele, il profumo di dolci o di castagne in casa, l'odore dei camini misto all'aria fredda per le strade; mi piacciono le vetrine dei negozi più caratteristici e inventarmi un tema per i regali, che devono essere pensati, poco costosi e impacchettati come si deve; mi piace fare l'albero e attaccarci le decorazioni che ho iniziato a mettere insieme quando ero una bambina, cosa che quest'anno ha un valore particolare, perché stiamo creando le nostre tradizioni, i nostri attimi di magia, che non hanno nulla di troppo zuccheroso, definiscono soltanto i nostri spazi, le nostre identità e per me ha sempre una grande importanza, vedermi, sentirmi, sapere chi e dove sono. 
prepararmi ai giorni di Natale mi scalda, mi fa rotolare lungo un taglio di lana cotta, mi fa passare le mani sopra un tartan rosso, mi racchiude in un ambiente di legno di pino: le immagini sono classiche, quasi vintage, ma le sensazioni sono tutte mie e me le tengo addosso più che posso. 
mi piace vedere film confortanti e a lieto fine, film di neve, inverni e festività del periodo (non Il piccolo lord o Canto di Natale, ma la trilogia su New York di Nora Eprhon va sempre più che bene), e adoro le canzoni da film americano, Frank Sinatra in particolar modo.
Generalmente sono tutta scarpe da ginnastica, grunge ed esistenzialismo, ma dicembre mi avvolge e mi scioglie, mi stringe agli affetti, mi mette voglia di festa e luci calde, cappotti, sciarpe, guance rosse e profumi, e naturalmente, anche se è un gusto tutto mio, ha più senso quando è diviso con qualcuno, anzi, quando è moltiplicato.


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