ph_silvia branchesi.
Non fossi stata così invisibile avrei potuto prendere parte
a quel genere di esistenza.
Mi guardo le braccia e vedo le stonature delle vene verdi
sottopelle. Non c’è niente che somigli alla pienezza, che sussurri di un abbraccio,
che ferisca gli occhi per la voglia di stringere e tenere.
Sono un’alga che striscia vicino alle pareti. Secca. Non
lascio tracce.
E nemmeno mi nascondo perché tanto non mi vedono, tesi nelle
rotondità delle loro vite che respirano così placide e mandano profumi vivaci,
misti e veritieri. Di sudore, di latte, di contatti estremi.
Anche le difficoltà dell’andare avanti, le economie, le
ristrettezze, gli abiti a buon mercato, qualche lacrima versata per l’isteria
di un momento e poi tirata via da un pollice, tutto mi appare dolce a livello
estatico e patetico, e mi prende l’euforia del desiderio che mi caccia in fondo
agli occhi una specie di bramosia ferina, con un aumento d’ombre e di
vacillamenti.
Mi sono fatta un altro taglio mentre guardavo.
m.s.
(l’invidiosa)
sguazzo tra le pieghe lasciate nelle righe...
RispondiEliminarimestolo...
...e assaporo...
ed io attendo sempre le eventuali sensazioni...
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