giovedì 18 luglio 2013

Vorrei poter andare ad un concerto di Janis Joplin, struggermi come fa lei nell'indolente Summertime, lasciarmi andare, lasciar andare tutto, mollare ogni presa, farla scorrere con l'acqua di un fiume immaginario, rigenerarmi nella libertà di quella freschezza liquida, sentire e sentirmi, quieta, senza limiti e in espansione.
Certi giorni d'estate mi sento così, quest'anno non ancora. Ma aspetto (im)paziente.



Get it while you can, canta Janis in un altro brano, e con un tale convincimento, con una tale forza credente che trasmette tutto il suo trasporto e mi mette il sale sulla coda, mi dice di essere tutto quello che posso essere, di scalpitare, di pulsare e palpitare in ogni gesto, in ogni opinione espressa, in ogni frase detta, per conoscermi e lasciare che mi conoscano, per vivermi intensamente l'adesso con chiunque voglia partecipare, per non dar spazio ad angoli di penombra che poi diventano buio, ora che il tempo scorre e io sono piena di cose da dare e "prendere finché posso".

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