giovedì 27 novembre 2014


Nebbie. Brume, foschie. E' lo stampo di Novembre anche se fa ancora troppo caldo. Non corrisponde la temperatura ma resta almeno l'estetica di una stagione.
Ci siamo immersi nell'umida campagna autunnale per tutto il fine settimana, dalle Marche alla Toscana, in cerca di visioni di vitigni rossi e vicoli di borghi antichi, in cerca di sapori intensi, per fissare ricordi, per avere racconti, semplicemente per camminarci accanto dentro cambi di scenari che fanno sempre bene, donano energie.
Poi siamo rientrati. Gran parte del lavoro alle spalle, la testa presa da altri svolgimenti, dai futuri cambiamenti, ancora qualche evento fin verso la metà del mese e poi il Natale, spero quieto e scintillante, come sempre mi piace.  E' una ricerca volontaria quella del calore, della bellezza, della cura in questo periodo.
Non sono una persona cinica ma neanche melensa, però le festività che si avvicinano, il senso di sospensione che regalano, la preparazione che prevedono le amo e mi scaldano, stendono bande morbide di rosso e panna tutto intorno, mi ricordano come le vivevo da piccola o da adolescente, con i film in tv e le pubblicità tipiche, con le tradizioni tutte personali della mia famiglia abituata a stringersi per darsi tutto l'affetto.
Salgono i profumi del cioccolato e dei dolciumi, la voglia di dedicarmi ai regali lavorati più che comprati, il gusto di mettere su Billie Holiday o Frank Sinatra, di fare il nostro albero di legno verde, essenziale e speciale, di disporvi i pacchetti elaborati, belli, personalizzati, di scrivere nuovi quaderni, di trovare ovunque sensazioni di complicità.
Fa parte di me. Lo sento arrivare e ogni anno faccio spazio per accoglierlo, ci sguazzo dentro, ora carica di pensieri e progetti e propositi per gli anni in crescita che verranno, pieni di significato, anche se la frase è criptica come spesso le mie qui su questa bacheca che punta foglietti con gli spilli sulle pareti del blog.
Una volta ero più diretta forse, i miei post erano più freschi e condivisibili, è uno strano spazio questo mio di Altrove ora, dove in pochi commentano perché le mie immagini sono quasi accenni tra me e me. Ma le cose cambiano, i tempi spingono all'attenzione, e in fondo spero che chi legge trovi sentieri suoi tra i miei, scrittura in cui vedersi, dissertazioni sensoriali cui affacciarsi con qualche istinto di comprensione, di affinità.
Chi mi conosce poi sa leggermi tra le righe e capire anche dove non dico, allineato, connesso, aperto.





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