martedì 11 novembre 2014

San Martino. I bambini studiano la poesia e non sanno cosa siano gli irti colli e perché la nebbia salga piovvigginando. Da piccola mi facevano gli auguri di onomastico non distinguendo il maschile dal femminile, non distinguendo Martina da Marta. E questa temperatura umida e calda è forse l'estate di San Martino o è più probabilmente il cambio climatico che stiamo vivendo. Neanche le castagne sono buone, come non lo è stato l'olio.
Giorni ancora di concentrazione, col dilatarsi delle tempistiche sembra che il lavoro si protragga e ramifichi, già nuovi progetti in vista per fine e inizio d'anno e chissà come saremo, chissà come ci troveranno queste idee, queste collaborazioni, questa voglia d'arte e di fare bene e tanto che muove dal fondo e sale come la nebbia dai colli. Credo che le cose non capitino a caso e quindi se si manifestano ci sarà modo di affrontarle e viverle assieme ai grandi cambiamenti, assieme alla crescita. Mai ritrarsi per paura dell'ignoto, mai rinunciare prima di tentare. Nella mia vita accade sempre così, le cose arrivano e producono un effetto conca, si sommano, aumentano, e ogni volta il passo si spinge oltre sul cammino che mi sta davanti anche se non lo vedo.
E poi si avvicina il Natale e le vetrine si fanno belle e scintillano di fiaba e calore, ammorbidendo il mio esistenzialismo, ovattando gli spigoli, profumando le scie di cioccolato, aumentando le energie, migliorando tutte le prospettive.
Mentre sotto il maestrale urla e biancheggia il mare.



immagine
Anselm Kiefer

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