lunedì 26 settembre 2016

gli attori



Gli attori sono sporchi.
Sporchi dei personaggi che si portano addosso. Sporchi di vita e di palchi.
Vivono di memoria. La serrano per non disperderne un grammo, ne abusano poi la rilasciano come fiato da un palloncino, per fare vuoto da riempire.
E vivono di dimensioni, capacità di adattamento, con una bussola interiore che ha percezione viva dei luoghi, li sentono sulla pelle, stabiliscono un'intesa che gli permette di abitarli e loro rispondono contenendoli, sostenendo le fisicità, amplificando le voci.
Muovono una loro danza con le luci, gli attori. Chiamano e invocano bagliori e riflettori, per crescere e rimpicciolire nelle ombre, per nascere e morire.
Le frasi fuori dal palco sono docili e incompiute, tutte da costruire, gravide ma senza copione, stordite, colte di una cultura alta, difficile, simbolica, di quelle da penetrare e possedere.
Sono affascinanti gli attori, tutti, anche quelli brutti. Hanno l'esperienza dei nomadi, la varietà dietro le pupille, la silente sfrontatezza di chi tiene la ribalta, di chi ha aneddoti nella sacca.
Sono una tribù che attraversa lasciando il bagaglio agli spettatori.

ph. MS_Jansi

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