lunedì 21 novembre 2011

l'altro Altrove_13



sabato, 05 dicembre 2009

Voglia di pensieri semplici
sensazioni spontanee
paesaggi limpidi. Acqua.
Respiri puliti.
...
mercoledì, 02 dicembre 2009

Sullo scrivere. O meglio sul comporre.
Leggo Il Paese Fertile di Pierre Boulez in riferimento alla commistione pittura-musica nelle costruzioni figurative di Paul Klee, e penso che queste riflessioni possano ben essere applicate anche all’atto scrittorio. Boulez considera certe teorie insegnate da Klee al Bauhaus accostabili alla nozione del tema e variazioni: “Il principio della variazione consiste nel dedurre da una linea melodica semplice e dai contorni limitati, alcuni elementi che sorgono da poli precisi, le girano attorno e l’abbelliscono arricchendola, conferendole più senso, estendendola nel tempo e ampliandola nello spazio.” Il concetto di abbellimento musicale, trasferito nella bidimensione pittorica, è infatti fondante anche in Klee che, dopo aver ridotto l’ispirazione segnica all’essenziale, alla semplicità di una linea universalmente riconoscibile e leggibile da tutti (come sono i disegni dei bambini), applica un procedimento deduttivo che crea germinazioni, abbellimenti della linea principale per mezzo di linee secondarie che, nel loro proliferare dalla prima, costruiscono la composizione.
Scrivere – mi vado accorgendo – è la stessa cosa.
Ho scritto dei racconti tempo fa, frammenti molto pregni di qualcosa che mi rappresentava ma che intuiva anche suggestioni future, non del tutto messe a fuoco. La risultante era pietra grezza che crescendo mi ha pungolato il fianco senza sosta. Da poco l’esperienza mi ha permesso di riprendere il mano quei lavori ed il primo affondo è stata una riduzione all’osso di ciò che non era cambiato, di ciò che era rimasto valido, una linea narrativa semplice che ancora portava il mio nome con grande forza. Il secondo passo è stato l’abbellimento. Infarcire il racconto di quello che gli mancava, ampliarlo nel tempo e nello spazioconferirgli più senso, applicare un metodo deduttivo alla Klee e scoprire tutte le linee secondarie che la principale conteneva. Ovviamente il discorso riguarda più facilmente un ragionamento di pura scrittura sintattica o di vocabolario, non troppo distante ma più complessa è sicuramente un’argomentazione contenutistica.
Ma è così che procedo. È così che si passa dalla pura spontaneità ideativa ad un poco di metodo che schiarisca la visione, affini le rappresentazioni, renda meglio fruibile il prodotto. E Boulez mi mostra come siano molteplici i campi di applicazione.
Forse è per questo che il termine comporre ben si adatta ad un contesto tanto musicale, quanto figurativo o scrittorio. 

Paul Klee, Strade principali e secondarie, olio su tela, 1929,
Colonia, Museum Ludwig
lunedì, 30 novembre 2009

Frasi Pastello di Allen Ginsberg...



Rannicchiata in un ovale utero azzurro ragazza adulta sogna la nascita.

Fanno l'amore in posizione tantra e in margherita gialla dieci petali.

Balena-luna monocola ti guarda piangere, su bruni mari in pallida barca.

Guardandosi le grosse e lunghe code, demoni blu in lotta con forbici d'oro.

Dal nudo cielo oltre il nimbo del sole lui si tuffa nell'oceano azzurro spazio.
mercoledì, 25 novembre 2009

A volte sei un funambolo.
Stai in equilibrio su un piede e tieni tutta una serie di fili ben tesi, un po’ con le mani, un po’ con l’altro piede e cerchi di non guardare giù perché l’altitudine potrebbe vanificare tutti gli sforzi.
E sono sforzi perché non hai nessuna intenzione di mollare la presa.
Il tempo passa, lo spazio ingigantisce e ti chiedi se qualcuno se ne accorge o se tutto ti sta scorrendo attraverso senza che le tue impronte marchino nessun suolo.
Ma forse non serve che un funambolo abbia un valore, forse non ci sono aspettative dall’esterno.
Oppure li hai talmente abituati che niente di quello che fai desta più meraviglia.
Probabilmente è finito il tempo delle gratificazioni, ora è quello delle revisioni, delle limature, del prendere le distanze al riparo di giudizi senza l’anima.
Allora a volte sei un funambolo giù di tono, ma quei fili li tieni ancora tesi, chè se anche non hanno importanza per gli altri ne hanno per te, che al contrario sei sempre
tutta anima.
martedì, 17 novembre 2009


Christopher Adams - Untitled 2005, glazed porcelain

Tornano vecchi ricordi quando scende la nebbia. Si presentano in nebulose lattee penetranti che sanno filtrare da parte a parte. Un vecchio Natale, la strada di notte, voci confuse di un tempo in cui c'erano ancora tutti. Com'era diverso allora, quanto non sapevamo e quanto ci sentivamo completi senza la percezione della perdita, del distacco, del cambiamento...le ore erano infinite e l'ambizione limitata. Ora siamo in caduta libera senza più costanti e a volte è una sensazione troppo mista quella dell'attesa e insieme della rinuncia. Neanche il faro suona più. Amavo gli stadi sospesi anche in virtù dei loro suoni, tra le cose che preferisco c'è il crepitare del fuoco, il fragore del temporale e la voce del faro, quel lungo, corposo richiamo che si spande sul mare di notte e racconta le sue storie lente e fiere, che arrivano lontano. Ma ultimamente posso solo immaginarlo perchè anche se torna la nebbia lui resta muto, non canta più...


Christopher Adams - Untitled 2005, glazed porcelain

martedì, 03 novembre 2009
La vita è un viaggio di formazione. Le esperienze che facciamo e i rapporti che scegliamo di allacciare costituiscono la strada su cui muovere i nostri passi e il contesto in cui comporre la nostra personalità. Ed è il tempo che passa a scandirne gli attimi, documentarne i ricordi, pronunciarne gli esiti. 








lettere & meraviglia
time goes by
Marta Silenzi, 2009
ed. ilmiolibro.it









in copertina:
Green eyed frames, Giorgia Berardinelli, 2009
inchiostro e gouache su cartone
mercoledì, 28 ottobre 2009

Nella mia testa so che è troppo semplice desiderare una guerra, uno scontro aperto, ma non si può fare a meno di desiderare quelle situazioni che ci rendono eroici. Vivere impegnando la totalità delle nostre risorse.
Sylvia Plath, Journals
da una lettera a Richard Sassoon
15 gennaio 1956
lunedì, 21 settembre 2009

Il poeta è la combinazione di uno strumento e di un essere umano in una persona, con il primo che gradatamente prevale sul secondo. La sensazione di questo prevalere è responsabile del timbro; la realizzazione di esso, del destino.


IOSIF BRODSKIJ Less Than One
venerdì, 18 settembre 2009

"Si è fatto proprio uccidere,
ammazzare.
Poi come lo chiami
il tizio che resta?
Quel cuore lucido
che pompa
ancora un battito
sotto la luce
prima di smettere?"


Kabul
mercoledì, 09 settembre 2009

In certe mattinate liquide, appena uscita da un intorpidimento assonnato, mentre sto per dispormi al tragitto, alla conversazione, alle azioni della giornata, capitano momenti contornati di sospensione, nati e nutriti come da un senso di proroga e di imminente arrivo al contempo: la notizia è lì che viaggia nell’aria ed è ancora trasparente ma già lo sento che sta per entrare nella zona grigia e poi in quella bianca che la mette a fuoco, e quando esce allo scoperto non è mai una vera sorpresa eppure mantiene inalterata tutta la sua capacità di lasciarmi perplessa.
La seconda fase è quella in cui mi corazzo, lo stadio automatico della difesa, con lo stomaco contratto, la mente fredda e lo sguardo fisso in avanti per mantenermi salda. Niente più che una posizione utile per favorire la razionalità e impedire che stati d’animo fuori luogo vengano a disturbare la lucidità che mi serve.
Seguono la dissezione e l’analisi del fatto e appare chiaro che tutto può essere ridotto e svuotato di grossi significati; però quel che rimane è quel piccolo fastidio delle cose che non quadrano, quella sensazione che dinamiche perfette debbano per forza essere periodicamente pungolate da intromissioni, con una conseguente robusta irritazione.
Ma ho il mio equilibrio, me stessa, riesco a vedermi e a vedere tutto quello che non ha la forza di minarmi perché ho già preso le mie decisioni su ciò che voglio o non voglio tollerare, su ciò che posso prendere in considerazione e ciò che escludo.
Da certi giochi mi chiamo fuori.
Allora tutto si ripristina, tuttavia un effetto si produce sempre ed è l’ispessimento dello strato di attenzione, l’affinarsi di uno sguardo.
E questo in genere va bene, mi piace che le cose non mi scorrano attraverso, mi piace che sedimentino, che producano una riflessione e possibilmente una crescita, un miglioramento. Purtroppo molto spesso questo va a discapito di una preziosa tranquillità.

martedì, 01 settembre 2009

Rientrata dal mese di agosto, rientrata dall'estate, mi sento come se non fosse mai esistita altra stagione prima.
Non mi ricordo dell’aria fredda, dei pantaloni lunghi, dei soprabiti, dei maglioni.
È ancora presto ma il punto è che questo periodo intenso di uscite, incontri e panorami, stende un velo esclusivo sulle percezioni e mette a fuoco solo il suo ristretto spazio e cosa abbiamo fatto prima? E cosa avremo da fare poi?
Non è mai stata una questione di ferie o di vacanza, i mesi estivi per me sono sempre stati anche lavorativi, ma il cambio di registro, l’atmosfera, l’aria docile o febbrile della sera, il mare comunque a due passi, la voglia di muoversi dispongono l’animo ad un ragguaglio di energie e tutti i giorni s’inventano qualcosa da fare.
Abbiamo visto laghi e picchi alpini di una purezza che rendeva splendido anche solo respirare; ci siamo persi per la laguna infuocata a caccia d’arte e concetto; abbiamo corso in moto verso ogni giorno da celebrare, rifugiandoci presso piccole osterie caratteristiche, dormendo sui prati, lasciandoci portare dalla strada; abbiamo visitato mostre, musei, infiorate e feste di paese, trasportati attraverso il tempo, declinati tra il moderno intelletto ed il piacevole gusto del racconto popolare; ci hanno accompagnato tramonti, riflessi di luna sull’acqua, campi di girasole, animali del giorno e della notte, scie di luce di San Lorenzo nel cielo freddo della spianata silenziosa…
E poi la Toscana e il caldo torrido inatteso, le salite di Cortona, le opere di Signorelli, le colazioni fatte in casa come fosse la nostra, la bellezza di Siena, la voglia di esplorare semplici e spontanei come sempre, la meraviglia della via del Chianti, il regalo delle sculture di Matthew Spender nei suoi ambienti, sotto il suo sguardo affaccendato di toscano d’adozione mentre intorno si stendevano quieti ed infiniti la campagna e i sui vitigni. Poi la Val d’Orcia, il Motepulciano, gli Horti Leonini di San Quirico e la scoperta di Pienza con l’appunto mentale di un nuovo futuro soggiorno di pace e lettura tra le sue vie fiorite…
Abbiamo ascoltato concerti, passeggiato nell’acqua salina, cenato insieme tra pianti di piccoli e risate di adulti, fatto il tifo per gli amici del palio, accarezzato i gatti di tutti i paesi, dormito incredibili sonni pomeridiani. Abbiamo perso Nanda, grande angelo della cultura che sarà sempre mentore ed ispirazione e poi abbiamo letto, letto, letto tantissimi libri, comprati, prestati, spulciati ai mercatini e più ne leggevamo più avevamo voglia di leggerne, come pazzi strambi esaltati della carta stampata quali siamo….
Ma non c’è malinconia oggi, c’è un caffè dove c’era un riposino, una ricerca dove c’era uno svago, una concentrazione dove c’era un rilassarsi...un cambio di ritmo mentre il clima trascolora, e ancora e sempre tante cose da fare.
giovedì, 13 agosto 2009

Notte di Perseidi


"...perchè tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade..."


Che vista c'era da lassù. Abbiamo spento le luci della macchina e si è acceso il cielo. Dieci gradi e un silenzio da rispettare come timorati osservanti. Avvolti nei plaid  avevamo una scorta di desideri in un sacco, perchè a 1350 m di stelle ne cadono tante da doversi riparare. E lasciano scie, solchi e polvere di perla che ti ricopre come una benedizione. Le abbiamo viste, prese e fatte nostre quelle gocce di luce in caduta libera dalla costellazione di Perseo, abbiamo affidato loro nomi e missioni e ci siamo stretti dentro, in noi stessi, nel segreto della mente e della speranza, nell'infinita straordinarietà della bellezza.
martedì, 11 agosto 2009

Scintilla agosto con le sue note inaspettate, i tempi dinamici, le letturepiane in riva al mare... e qualche amico della notte e del giorno, di sosta o di passaggio, lascia un saluto, un simbolo, un insegnamento sulla strada forse tracciata...
una civetta, una gatta, una volpe...


martedì, 28 luglio 2009

È un mese di venti questo. Che spirano fuori e travolgono tutto e che soffiano dentro mescolando un po’ l’essere. Non so se è la tarda estate che inizia a bruciare sotto ai miei piedi scalzi o se sono solo riflessioni del momento che vivo parallelo ai momenti che vivono gli altri intorno a me. Sono seduta su un’altalena a canticchiare o su una scala dal saliscendi pressante e a volte fatico a comprendere in quale posizione mi trovo e di quale scenario. I miei punti fermi sono gli stessi e sono sempre lì saldi, se provo a pensarli, ma l’aumento delle variabili, dei desideri, delle sensazioni che mi assalgono ogni volta in branco, sbalestrano la percezione del tutto ed io mi sento esposta e trasparente allo stesso tempo. Cerco il mio valore. Al centro esatto di un caos che si ripresenta anche dopo aver riordinato mille volte. Ma credo sia umano. E facendo leva sul buon senso, sulla razionalità, sull’esperienza, resto in attesa di un maestrale che rinfreschi un po’ la pelle, e di quegli istanti luminosi che riportano l’equilibrio e la piacevolezza delle cose.

giovedì, 09 luglio 2009



sarà che oggi sono sedici anni.......
lunedì, 29 giugno 2009

Sera, fine di un giugno passato sotto silenzio, sotto il rumore della pioggia, privati delle sue lunghe giornate, dell'imbrunire tardo, delle notti tiepide. Eppure era così coerente con le contingenze di questi nostri giorni, qui, spegnere l'estate per un poco, lasciarci il tempo di elaborare, il tempo di riflettere. E adesso che forse torna il sole, forse tornano anche le energie, le intenzioni di fare e le azioni concrete che ne conseguono, l'ispirazione forte di essere migliori, di esserlo adesso, subito, di essere come vogliamo e di dare una forma e un volume ai progetti, ai desideri, se abbiamo capito davvero che sono tali...
Certi giorni lo scopri all'improvviso di non poter stare fermo, devi muoverti, devi realizzare, perchè trattenerti è troppo castrante, in un momento ti è chiaro che hai carburante da vendere e vuoi utilizzarlo tutto, vuoi viaggiare la tua strada, la tua stagione, il tuo attimo fuggitivo sulla terra e quel che deve essere sia.



lunedì, 22 giugno 2009

Strano mondo quello in cui si vive senza sguardo, svuotati da un evento esterno come se ne sentono tanti tutti i giorni. Strano senso di sospensione e sbandamento, come a rimettere tutto in gioco, tutto in discussione, cercando di acchiappare la matassa di riflessioni che circolano nell’aria troppo vaghe. L’espressione si fa arida e l’unica azione possibile è la percezione dell’esterno, fintanto che l’interno rimane in stand by, ruvido e incolore più che congelato.
Strano mondo quello in cui si vive senza sguardo, come bambole di pezza che hanno occhi di bottone. Ma di sicuro abbiamo sangue, vene e pulsazioni sotto il panno temporaneo che c’infascia la pelle, e non possiamo certo illuderci che in casa ci sia una piccola porta chiusa a chiave su un mondo altro dove essere diversi, e dove comunque finiremmo per trovare il lato oscuro delle cose.
No, grazie, ci basta quello che già conosciamo, nel quale ci vuole ancora un po' di tempo per riprenderci da un evento come se ne sentono tanti tutti i giorni, ma che ci ha scosso così in fondo da renderci opachi e disanimati, almeno per un po'....
giovedì, 18 giugno 2009

Oggi ho solo mezza ombra.
Domani forse la ritroverò.
Ho cercato i cristalli neri
dispersi sull’asfalto
e ho coperto le immagini con le mani
per non vederle,
chè era troppo presto ed
era troppo oltre
il ricordo di tutto quanto avevo già sommato
e messo come calce
fra i mattoni del mio muro,
nella mia costruzione.
E oggi è un altro bivio,
un altro cambio di direzione,
un altro taglio delle identità.
Oltre una linea di consapevolezza
spunta un’età di demarcazione
che stringe un cappio lento e sghembo
ma feroce,
fatto di un nonsenso tutto umano
oppure tutto divino,
che fruscia
e svuota gli angoli,
addensa sonni pastosi pieni d’incomprensione,
e cancella le ombre



















Mario Ceroli
Ombre
giovedì, 18 giugno 2009

Tenere l'infinito sul palmo della mano e cogliere l'eternità in un'ora....
(William Blake)
...sembra tutto quello che possiamo fare. E lo facciamo.
Per tutti quelli che perdiamo nella notte.
mercoledì, 17 giugno 2009

NEL MONDO LE COSE CHE HANNO UNA FORMA SONO DIMINUITE, E IL NIENTE E' AUMENTATO

Haruki Murakami
Kafka Sulla Spiaggia
lunedì, 15 giugno 2009

San Michele e il Drago - Spello - Infiorata 2009
San Michele Arcangelo,
difensore in armatura della fede contro il demonio in forma di drago,
comandante dell’esercito celeste e detentore della bilancia
con cui pesare le anime:
il discernitore,
il suo nome ebraico, Mi-ka-El, chiede
“chi è come Dio?”
La sua maestosa iconografia di guerriero munito di lancia
ad ali spiegate è di origine occidentale e
deriva dall’Apocalisse di San Giovanni:

7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,

8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.



9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

(Apocalisse 12/7-9)”

Un’ imponente immagine cosmologica con l’arcangelo in alto,
in volo, nella purezza dell’aere incontaminato
e il demone spinto a terra, nella natura empirica e materiale.
Il bene che trafigge il male.
La forza integerrima che atterra la corruzione.
La bellezza trionfante che sovrasta la rabbiosa ribellione.
E l’essere umano in mezzo,
al centro esatto di una scelta,
di una tensione verso l’alto e di una pulsione verso il basso,
tra le ali dell’angelo e
quelle del drago.

martedì, 09 giugno 2009

La vera cultura non è quella che mira a qualche scopo ma,
come ogni ricerca della perfezione,
ha il suo significato in se stessa
Herman Hesse


giovedì, 04 giugno 2009

CHANGING PLACE
CHANGING TIME 
CHANGING THOUGHTS  
CHANGING FUTURE

Ho avuto un buon assaggio d'arte questo martedì fuori dal tempo ordinario. A dire il vero è stato un intero pasto consumato a morsi avidi e succosi, visto che Venezia regalava un inatteso sole affamato e che la compagnia, mai passiva, spingeva conversazioni piccanti.


Max Ernst - Jackson Pollock - René Magritte

In casa Guggenheim stavolta c'era un clima più accogliente. A New York praticamente non avevamo trovato altro che la perfetta struttura ellittica di Frank Lloyd Wright mentre le collezioni erano state spazzate via da una pacata commemorazione del recentemente scomparso Rauschenberg. E Robert con i suoi assemblaggi metallici lo abbiamo ritrovato pure sul Canal Grande,  ma almeno i Gluts erano allestiti a parte e i vari Pollock, Magritte, Picasso, Max Ernst, Calder erano al loro posto, parte dell'arredamento ancora straordinariamente d'avanguardia.



Robert Rauschenberg

La bellezza era decisamente presente, allora come oggi, con un continuo scambio tra la stravagante scelta d'interni e la scintillante cornice veneziana, eppure, come sempre nell'arte contemporanea, non è la bellezza il criterio, bensì la suggestione, l'acutezza di pensiero, la resa di una visione, la forza di un concetto. Tutto altamente soggettivo certo, ma non è questo che rende l'intera faccenda interessante?


SE LA FORMA SCOMPARE
LA SUA RADICE E' ETERNA

 



Peggy Guggenheim - Alexander Calder

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