venerdì 18 novembre 2011

l'altro Altrove_7

lunedì, 24 settembre 2007


Notte fresca, notte azzurra non ancora notte del tutto
notte di primo autunno
e di nuvole a densi strati attraversata,
notte sera in cui non si fa vedere:
non lasciano fessure per la sua luce i nembi
non lasciano tagli per il chiarore
ma giace quieta dietro le quinte massose
e riposa accesa sul fondo letto del cielo…
Notte liquida o notte asciutta
di vento o sogni,
notte di luna nascosta da qualche parte lassù…

(a chi la guarda sempre
e dice che è sua)


venerdì, 21 settembre 2007

(da In Un Milione Di Piccoli Pezzi, James Frey)

“Lei sorride e avanza verso di me, verso di me, verso di me, e apre le braccia e io respiro ansando guardo duro teso e pronto a scattare lei mi mette le braccia attorno al corpo con una mano dietro la testa e mi tira tra le sue braccia e mi stringe e parla.
Non è niente.
Respiro ansando, chiudo gli occhi, mi lascio stringere.
Non è niente.
La sua voce mi calma e le sue braccia mi riscaldano e il suo profumo mi illumina e sento il suo cuore che batte e il mio cuore rallenta e smetto di tremare e la Furia si scioglie nella sua sicurezza e lei mi stringe e dice.
Niente.
Niente.
Niente.
Qualcos’altro viene e mi fa sentire debole e impaurito e fragile e non voglio sentire male e questa sensazione è la sensazione che ho quando so che posso sentire male e fa un male più profondo e più terribile di qualsiasi male fisico e lo respingo sempre e lo controllo e lo fermo ma la su voce mi calma e le sue braccia mi riscaldano e il suo profumo mi illumina e sento battere il suo cuore e se mi lasciasse andare in questo momento cadrei giù e il bisogno e la confusione e la paura e il rimpianto e l’orrore e la vergogna e la debolezza e la fragilità sono esposti alla tenera forza delle sue braccia aperte e alla sua semplice parola niente e scoppio a piangere. Scoppio a piangere. Scoppio a piangere.
Arriva a ondate. Le ondate rotolano profonde e dal profondo nel profondo in me e io la stringo e lei mi stringe più forte e io glielo lascio fare e le lascio fare questo e non mi sento così vulnerabile ne’ mi consento di sentire in questo modo questa vulnerabilità da quando avevo dieci anni e non so perché non l’ho mai fatto e non so perché adesso sì e so che l’unica cosa che so è che lo sto facendo e che è pauroso terrificante spaventoso peggio e meglio di qualsiasi cosa abbia mai provato piangere tra le sue braccia solo piangere tra le sue braccia solo piangere.
Mi accompagna giù a terra ma non mi lascia andare. Le Cataratte sono aperte e tredici anni di dipendenza, violenza, Inferno e quello che li accompagna si stanno manifestando in dense lacrime e pesanti singhiozzi e fiato corto e un profondo senso di perdita. La perdita mi abita, mi riempie, mi travolge. È la perdita di un’infanzia di adolescenza di normalità di felicità di amore di fiducia di ragione di Dio di Famiglia di amici di futuro di potenziale di dignità di umanità di sanità di me stesso e di tutto tutto tutto. Ho perso tutto e sono perso ridotto a una massa di dolore, tristezza, afflizione, angoscia e pena. Sono perso. Ho perso. Tutto. Tutto.
C’è umido e Lilly mi culla come un Bambino disfatto. Il mio viso e la sua spalla e la sua camicetta e i suoi capelli sono bagnati delle mie lacrime. Rallento e comincio a respirare lentamente e a fondo e i suoi capelli hanno un profumo di pulito e apro gli occhi perché voglio vederli ed è tutto ciò che riesco a vedere.
I suoi capelli nerissimi quasi blu e scintillanti di bagnato. Vorrei toccarli e allungo una mano e le passo la mano dalla cima della testa lungo il collo e sulla schiena fino alla base delle vertebra ed è minuta perfetta assoluta e la lascio lentamente staccarsi come una goccia dai miei polpastrelli e quando è andata sento che mi manca. Lo faccio di nuovo e di nuovo e lei me lo lascia fare e non parla mi culla soltanto perché sono disfatto. Sono disfatto. Disfatto.
Ci sono rumori e voci e Lilly mi stringe più forte e più forte e le sento il cuore e so che lei mi sente il cuore che batte e stanno parlando i nostri cuori stanno parlando una lingua senza parole antica in conoscibile e vera e noi ci teniamo e ci stringiamo e il rumore è più vicino e le voci più forti e Lilly sussurra.
Ora stai bene.
Ora stai bene.
Ora stai bene.”

L’abbraccio.
Leggo questo libro duro e leggo le frasi di questo giovane uomo consumato e spezzato e tenace fino ad essere forte e nel mezzo arrivano queste pagine che parlano del potere di un contatto, della capacità curativa del calore umano sotto al quale si struggono tutte le mura di difesa erette a sostegno e a riparo di una mancanza, di una difficoltà, di una perdita, e penso agli abbracci negati, agli abbracci rimandati, a quelli ricevuti, a quelli dati, a quelli offerti, a quelli rubati, a quelli concessi, a quelli desiderati, a quelli sognati.
Scambi, flussi, correnti, aderenze, adiacenze, adesioni, coesioni, unioni, fusioni.
Il tocco, il tatto, l’abbandono, la calma, l’elettricità.
Ci sono istanti in cui sembra che il corpo crei cavità apposite da riempire, vuoti da colmare e si sente niente altro e niente di più semplice del bisogno di essere stretti tra le braccia di qualcuno che non è casuale bensì necessario per quel momento o per tutti i momenti.
Il conforto, la complicità, la comprensione, la condivisione, l’affetto.
Un gesto che parla più delle parole e che raggiunge più dei suoni. Un affondo. Un sussulto.
Non sempre c’è, non sempre arriva.
Certe distanze fisiche tengono abbracci lontani, li tengono in serbo, abbracci di tutta una vita insieme che adesso bisogna aspettare, congelare per poterli sciogliere ogni tanto.
Abbracci di padri. Abbracci di madri.
Certe distanze cosmiche trattengono abbracci in forma di ricordi, stretti da braccia piccole e mani profumate, abbracci di amici, abbracci di fratelli.
Certe distanze mentali mantengono lontani abbracci che non hanno più spazio e dimensione, abbracci passati senza più sostanza o realtà.
Ma ci sono le strette che indicano una consuetudine, prese che definiscono un’esclusività che diventa cara e diventa cercata e voluta e mai scontata, abbracci che insegnano una nuova fiducia e  che lasciano il sapore dell’autenticità, abbracci che non si nascondono dietro l’accondiscendenza, abbracci che sanno consigliare libri duri ma che poi rivelano ampi spunti di riflessione dentro fondi di verità.
mercoledì, 19 settembre 2007

Sarebbero stati trenta anche per te
auguri
Lo'
lunedì, 17 settembre 2007

Le due Frida, 1939, olio su tela, Museo de Arte Moderno, Instituto Nacional de Bellas Artes


Frida Kahlo s’impregna di surrealismo per proiettarsi sulla tela, una e doppia, unica e divisa.
Si guarda con lucidità e si vede, spingendosi nella narrazione - il quadro risale alla separazione dal marito, celebre pittore messicano, Diego Rivera – e nel suo immaginario.
Mani che si allacciano, vene che comunicano, ma un’estremità è recisa, come un cordone ombelicale tagliato.
Due volte presente Frida, eppure lontana e quasi assente nello sguardo rassegnato e consapevole.
E’ donna ed è artista e l’opera è il suo manifesto e la sua proclamazione.
A destra la messicana in abiti tradizionali tiene in mano una miniatura del suo Diego, che è fonte vitale e alimentazione delle sue vene e pulsazione del suo cuore; a sinistra la donna in abiti da sposa sanguina incapace di fermare il flusso del distacco, della perdita e della separazione.
Fluttuano in un limbo tempestoso le due Frida, sedute ad una stessa lunga panca, ma sono anche salde nella loro fermezza e nella loro caparbietà, misto di tradizione e vissuto personale, come se gli abiti fossero più che un vestito un’investitura, come se la duplice identità fosse anche l’accettazione di una missione: essere prima di tutto e dopotutto se stessa.
“Diego inizio
Diego costruttore
Diego, mio ragazzo
Diego, mio sposo
Diego, pittore
Diego, mio amante
Diego, mio marito
Diego, mio amico
Diego, mio padre
Diego, mia madre
Diego, mio figlio
Diego, io
Diego, universo
Diversità nell’unità”   
(da Il diario di Frida Kahlo. Autoritratto intimo)
Riflettevo su come riserviamo ai nostri legami più importanti una forma fisica nel nostro immaginario. Li pensiamo e più ancora li sentiamo come morbidi cordoni ombelicali che partono dal nostro ventre, dalla sede empatica delle nostre emozioni, e si diramano e si estendono lunghissimi o brevi, dotati del dinamismo e dello spazio che intendiamo riservargli senza limitazioni, liberi di farli crescere, liberi di interromperli, liberi di sostenerli recisi, liberi persino di girarli attorno al nostro stesso collo e di sentirli strozzarci, tutto dipende dalla nostra volontà.
Morbidi, caldi, familiari, nutrienti per il benessere umorale, così li ho sempre vissuti io, che pure ne ho sempre sviluppati pochi, ma in maniera autentica e spontanea.
Ultimamente li sento cambiare, perché cambiano le altre estremità e perché cambio anche io; sento che si allungano e si assottigliano alcuni perché c’è bisogno di più spazio tra le parti, perché crescendo si guarda più lontano sulla strada che si ha davanti, perché è la natura delle cose e dei rapporti; sento che forse si fortificano e si accorciano altri, nello scorrere del tempo che certe strade le costruisce e le delinea ma senza margini, sciolte in ogni momento e in ogni dove.
Riflettevo sulla paura che trasforma questi incorporei steli in lacci e corde, sulla paura di essere trattenuti, sulla paura di non poter trattenere…e ciò che avvolge d’improvviso blocca e ciò che abbraccia d’improvviso stringe.
Ma tutto avviene sulla base emozionale delle sensazioni e penso e credo che debbano esserci autonomia, rispetto degli spazi, capacità di movimento e al contempo istintiva, sincera voglia di essere presenti affinché quei cordoni restino rosei come quelli dei neonati, affinché risultino invisibili ma piacevolmente esistenti nelle nostre vite, qualcosa che ci identifica, qualcosa di cui non si può fare a meno.
mercoledì, 12 settembre 2007

Sera. Gli occhi pieni dell'argento setoso e cangiante del mare delle otto di una giornata del miglior settembre, nitida, luminosa...
Quel che avverto sottopelle è la sospensione di questi momenti calmi prima della cena, il respiro quieto dell'imbrunire lento, la pulsazione tenue dell'accendersi dei lampioni, lo scorrere dei rumori del rientro a casa che sale dalla strada alla finestra del mio studio silenzioso...
col pensiero e il sorriso rivolti a contesti distanti, più rumorosi e più impegnativi, di cui ascolterò presto i racconti, i dettagli, i colori e le rotondità....
lunedì, 10 settembre 2007

Ieri...

Capitano piccoli prodigi.
Capitano giornate rubate al tempo,
giornate che sono un regalo della stagione,
nitide di vento,
calde di sole.
Capita di sentirsi lontani
quanto si ha bisogno di essere
e di vivere i momenti uno dietro l'altro,
spontanei
e perfetti
nella loro singolare autenticità...
giovedì, 06 settembre 2007

Quando
l'audacia
conduce,
quando il presente
è possibile,
quando la ricchezza
è un cielo
la notte...
quando ti perdi e sorridi.
01.
  09.
   03
lunedì, 03 settembre 2007


Tornano brevi le giornate ma dense nella sostanza e impegnate le ore...
La sera lascia brividi sulla pelle e l'atmosfera si accoccola più domestica.
Ieri un saluto vivace alla spiaggia e oggi già tutto cambiato, settembre, e una porta aperta su un'altra parte dell'anno
ma l'animo non si oppone, lo sente giusto per istinto.
Ieri ero una ribellione in atto, oggi mi adagio e mi adeguo senza che ci sia sforzo e vedo l'aria di una tonalità tenue d'azzurro, quella di Giorgio Morandi, disposta a quel che mi aspetta
quieta...


Natura Morta, Giorgio Morandi, 1954
venerdì, 31 agosto 2007

E mentre un temporale finalmente passa a sconvolgere l'aria per qualche attimo del tempo e a rischiarare la nebulosa dentro per qualche strana meteo-empatia, mentre si torna a respirare frammenti di vento e frazioni d'impeto degli elementi a lungo richiesti  per uscire un poco da questa calda e pressante apnea, anche la mente pare aprirsi a diradare le nuvole e la concentrazione torna ad incontrare l'esaltazione per la conoscenza e l'approfondimento, finchè non mi dimentico di me all'interno delle frasi e dentro ai punti di tangenza fra i pensieri, scompaio nella ricerca, negli appunti e nel delinearsi del mio lavoro mosso da una sua logica funzionante e allora mi raffiguro curva sui volumi con le strutture grammaticali e le aree semantiche che mi ballano fuori e intorno alla testa, dissolvendosi a tratti per far posto a successive riflessioni...
E' sempre stato fonte di benessere annusare un temporale nell'aria, così come riversarmi tutta nella mia penna, spingendo i neuroni in circolo e vedendoli fruttare sulla pagina per ottenere un nuovo risultato, un passo ancora più in là sulla trada poco lineare e colorata di tutto quel che posso fare...





  • lunedì, 27 agosto 2007

    La scrivania di nuovo piena - libri aperti, fogli sparsi - è il momento di mettere a fuoco e di mettere a frutto. Ritorna il sole senza che ci sia stato un temporale e questo lascia un inceppo nel meccanismo: la terra e la pelle aspettano l’acqua che non è piovuta, ma restano grate entrambe delle giornate luminose ed incoraggianti di questa fine di agosto, di questa chiusura d’estate.
    Recupero parti degli ultimi mesi come una serie scomposta di polaroids: dettagli romani, palchi, anfiteatri e scene di mare marchigiano recanti non minore intensità di vissuto, notevole colore, partecipazione e vivacità…
    I fuochi d’artificio in spiaggia, le conversazioni notturne su una panchina in un parco sotto un cielo solcato da scie, gli scherzi e le risate da ombrellone, le cene, le meteoropatie che portano a scambi frizzanti, la spontaneità sincera fuori dagli schemi precostituiti che appare strana all’esterno ma che rende complici, che definisce, che identifica un autentico modo di essere, complice, comune…
    La bellezza di un paesino montano scoperto per errore, un telo steso su un lato della strada per guardare una notte di milioni di stelle, la lettura affamata di un libro di oltre mille pagine e oltre mille significati personali…
    L’amicizia in cui s’indugia, le corse in moto nella sera che trascolora piano, lenta sopra al mare, mentre adesso ci rubano già un’ora di chiarore, il vento sostituisce la calura e tutto torna ai ritmi interrotti per una parte del mese, per quella parte di anno in cui ci si arresta e si vive quasi senza tempo d’orologio, dediti alla compagnia, alla natura, al divertimento, alla serenità…
    Ogni stagione offre i suoi bei dipinti, ogni andamento ha le sue cadenze apprezzabili, e quel che abbiamo da fare è vivere tutto e lasciarci - sorridenti - frusciare….
    mercoledì, 22 agosto 2007

    Nuvole da tele oscure,
    giorni da astropatia,
    come ergersi al di là del vuoto
    e percepirne il grido assente,
    l'occhio pavido che non ha
    centri di fuoco,
    il gioco ciclico della paura
    che è l'altro aspetto
    della libertà.


    J.Pollock, Lavender Mist: number 1, 1950

    E cerco l'ombra di un temporale,
    come chi è stato sempre senza,
    come chi non può credere di essere con...

    (21,22 agosto 2007)
    giovedì, 09 agosto 2007

    Riflessioni sotto un temporale di mezza estate...
    Meteoropatie...
    E’ all’interno dei confronti
    che l’importanza dei contesti e
    degli individui
    acquista una forma:
    sei acqua che muove
    un suo volume
    ed hai un andamento,
    un corso e
    un’evoluzione
    dentro a un vestito ancora fresco e
    sorprendentemente calzante,
    poi – nulla cambia,
    solo che ti specchi
    nel riflesso di
    una congiunzione superiore
    e ti chiedi se in quel vestito e
    in quel ruolo
    hai ancora una luce ed
    hai ancora un rilievo
    significanti e significativi,
    o se al tuo posto, a quel cospetto,
    vorrebbero
    il tanto pensato ideale
    che non aveva nulla di te – così inaspettata,
    eppure non del tutto sostitutiva….
    lunedì, 06 agosto 2007

    "Non si può mai sapere cosa nasconde il cuore di un uomo finchè non cominciano a rubare ciò che contiene..."

    (da Shantaram, Gregory David Roberts)
    mercoledì, 01 agosto 2007



    Principesse di ghiaccio sciolte dall'implacabile forza del sentimento, enigmi intesi e risolti guardando alla chiara e manifesta verità delle cose, i bagliori della notte e l'attesa dell'alba in una veglia silente ma che priva tutti del sonno, rivoluzioni sceniche, cromie circensi, indizi biografici, danze, travestimenti... 
    Sete di potere, macchinazioni subdole e profezie, donne forti che serbano nella loro avvenenza il fascino sotteso del male presentato nel suo aspetto più sanguinario, nei drammi storici di un'Inghilterra ricca di re e regine, fantasmi, streghe, vendette....


    Un'estate in opera, da Puccini, a Verdi, a Donizetti, dalle Terme di Caracalla allo Sferisterio, sotto cieli notturni pieni di luna e fruscianti d'aria, accesi di voce e colore, vibranti di intensità...











  • martedì, 24 luglio 2007

    partenze...


    White Centre, 1950 - Mark Rothko

    Posti distanti,
    venti incostanti,
    come evolversi in una forma strana
    diretta ad un luogo del corpo e
    distratta da un luogo della mente...
    Ed ondeggiano
    miei strati
    in volume di castello,
    con ambienti minimali da occupare,
    con pareti da toccare con i palmi
    come a prenderne possesso,
    abitandoli di voce e
    di presenza,
    risiedendovi in sorriso e
    in colore di me,
    che sono nuova,
    che sono piena e
    con la pelle immersa in una fonte...

    (24 luglio2007)
    lunedì, 23 luglio 2007

    Oggi gira così, un po' in avanti e un po' all'indietro, ondeggiando nell'arco temporale di una giornata troppo calda fatta di un sole indeciso. Oggi non ho leggerezza d'impulsi, ho lasciato gli istinti nella libertà di un perfetto fine settimana e serbo le ore per la razionale spinta in avanti sulla tabella di marcia segnata da tempo nell'agenda...Mi disperdo a tratti nel pensiero di un viaggio breve che non sento di voler fare, e nel procedere macchinoso di alcune cose che non s'incastrano, ma London Colling risuona forte e mi fa reagire come un calcio scherzoso nel fondoschiena, con un luminoso Mick Jones ammiccante alle spalle...





  • venerdì, 20 luglio 2007

    Roma - Teatro Nazionale 

    Estate di torreggianti temperature, stati termici febbrili, gradi di calore superiori…
     Estate di andate e ritorni, di corse, di ritmi e di incastri, di pass e biglietti, “sussurri e rullii”
     Estate di arene e anfiteatri, di classico e antico, di nuovo e memoria striscianti su percorsi stabiliti ma comunque inaspettati, dietro maschere dalla Città Proibita, dentro arabeschi in danza che perdono la forma per la pura sensazione
     Estate provinciale ed estate metropolitana, arsi dal caldo e bruciati dal vento, dispersi in ambienti ricchi di storia e vissuto da narrare, lanciati in contesti ufficiali a saggiare esperienze, toccando i cieli coi piedi a terra per spazi brevi, ciò che serve a dare un brivido, ciò che attesta una validità…
     Estate di canti popolari, lirismi e drammaturgie, coordinazione e promozione di eventi, segnali, bagliori all’orizzonte, e gente: facce, gesti ed espressioni, strette di mano energiche, discussioni, comunicazione ed empatie…il principio della condivisionemangiando con le mani attorno ad un piatto comune nel ristorante eritreo, dedicando ad una nuova sorella una copia del liberatorio Urlo di Allen Ginsberg, guardando foto di un viaggio in India e parlando di Gregory David Roberts e Fernanda Pivano, scrivendo messaggi per essere anche dove non si è…
     Estate di valige che partono piene di vestiti e che tornano piene di libri, di lunghe conversazioni su Kitano, Myazaki e Tim Burton, sul chiaro e l’oscuro nell’animazione, nella favola, nell’evasione mentre si cammina tra stand di ogni genere alla ricerca della perfetta t-shirt rossa da regalare…
     Estate di corse in metro perse e occhiali persi e giubbini persi di cui ci si ricorda solo a notte fonda, muovendosi nella stanza come fantasmi furtivi che però poi accendono la luce incuranti di essere scoperti…(…ed è tutta colpa di Kevin l’orribile!….)…

    Roma - tramonto e sculture di Antonietta Raphael Mafai 

     Estate di stanchezze fisiche e grandi vigorie umorali come di riprese fisiche ed abbattimenti umorali che si azzerano e si riequilibrano sfrecciando liberi su una moto, cenando all’imbrunire coi piedi nella sabbia e il mare negli occhi, coscienti che si stringe tanto e gentilmente nelle mani, sentendosi riempiti eppure sempre affamati di profumo, sempre assetati di colore…
     Estate di parchi principeschi, dimore neoclassiche, grandi statue opulenti e casine delle civette, di acqua salata e distese di girasoli, di campi di grano, vento della notte e costellazioni, di riti propiziatori nella notte di San Giovanni, e di sorrisi, pelle, occhi e magnifici scambi, straordinari confronti, sorprendenti colloqui ….
    Roma - parco di Villa Torlonia
     lunedì, 16 luglio 2007
    Ritmi frenetici e pelle che scotta,buoni incastri, lavori da portare a termine e viaggi da raccontare, cene in spiaggia con la sera che scende lenta e rossa e spazi personali da ritagliare per infilarci una gamba e poi un braccio fino a far passare tutto il corpo dall'altra parte, fino ad appropriarmi della mia dimensione lontano da tutto quello che non posso risolvere e che non sento mio.....


    Concetto Spaziale - Lucio Fontana
    lunedì, 09 luglio 2007

    già quattordici anni...


    * * *
    "...E IMMAGINARTI COMPLICE
    DI QUESTA VITA
    CHE SPENDI I MOMENTI
    NELL'INFINITO..."

    (da I Dialoghi Dei Muti, 1997, a Lorenzo)
    venerdì, 06 luglio 2007


    Oggi suona così....

    Barons of Suburbia (TORI AMOS _ The Beekeeper)
    Glory Box (PORTISHEAD _ Dummy)
    Piece of my heart (JANIS JOPLIN _ Joplin in concert)
    I don't know how to love him (YVONNE ELLIMAN _ Jesus Christ
    Superstar)
    Cèu da mouraria (MADREDEUS _ Ainda)
    John I love you (SEANED O'CONNOR _ Universal Mother)
    Nido (CRISTINA DONA' _ Nido)
    Henry Lee (P.J.HARVEY & NICK CAVE _ Best of Nick Cave
    & The Bad Seeds 1998)....
    mercoledì, 04 luglio 2007

    Le dita che profumano di basilico fresco tagliuzzato
    sui pomodorini tondi e croccanti appena tuffati nell'acqua...
    Filetti di pesce teneri e bianchi conditi solo con un filo d'olio
    L'acqua trasparente nel bicchiere e il vento che soffia forte fuori.....

    E' una buona serata....
    martedì, 03 luglio 2007

    IL BOICOTTAGGIO DELL’Estatè
    ovvero una storia come la scriverebbe Murakami

    Tre luglio duemilasette, mi sono alzata presto a causa del prelievo per le analisi di routine che volevo fare prima di partire per Roma dato che era un po’ che non mi controllavo.
    Certo la sera prima di fare le analisi non era consigliata una grigliata di carne con gli amici ma insomma…
    Lo studio dell’analista era arredato di opere di Capogrossi, Campigli e Bonalumi, il mio sangue era molto scuro. Mentre scendevo le scale ho avvertito che stavo per svenire così mi sono stesa e ho alzato le gambe su un muro, di lato, in modo che la gente che entrava potesse guardarmi distrattamente e salire fino al piano superiore.
    Ripresami ho attraversato la strada e sono entrata nel primo bar per un caffè macchiato non troppo buono col sottofondo di chiacchiere maschili davvero eccessive per quel mio momento di confusione.
    Poco dopo a casa ho controllato l’orario dei treni e ho deciso comunque di prenderne uno per fare un giro a San Benedetto, giusto per cambiare panorama per qualche ora e per passare ad una delle mie librerie preferite.
    Non c’era sole, soltanto il gran caldo che ultimamente infierisce e fa disperare la mia respirazione oltre che la mia già scarsa abbronzatura. Ho preparato dei sandwich semplici e morbidi, quelli con le foglie d’insalata dentro che mi piace accompagnare al sapore dell’Estatè, che ho stabilito di comprare una volta arrivata, fresco.
    Tutto questo mi ha fatto ripensare a quando leggevo A Sud Del Confine, A Ovest Del Sole di Haruki Murakami e mi è venuto in mente che da diverso tempo non leggevo un suo libro e che sicuramente doveva essere uscita qualche sua nuova pubblicazione della Longanesi o più probabilmente della Einaudi. Mi sono ripromessa di chiedere una volta entrata in libreria.
    Il treno c’era in tarda mattinata così l’ho presa comoda. Sono arrivata alle undici e mezza circa e subito fuori dalla stazione mi sono diretta a sinistra alla volta della Nuova Editrice Librerie nella quale sapevo che avrei passato il resto del tempo fino alla chiusura, cioè all’ora di pranzo.
    Due piani di volumi divisi per case editrici, pile e pile di libri con i classici e i fuori catalogo d’arte e d’architettura scontatissimi pronti al mio assalto, alla mia silenziosa visione, alla mia accurata ispezione, alla mia lenta ed oculata scelta. I miei occhi e le mani sono subito caduti su ogni titolo di Antonia Bayatt ma li ho ritirati ricordando che ne avevo ancora tre immacolati da leggere a casa; una bella edizione de Le Mille e Una NotteLe Affinità Elettive di Goethe e qualche nuovo titolo come Domani Nella Battaglia Pensa A Me di Javier Marìas o le poesie di Paul Klee che volevo comprare da un po’… Li ho presi tutti e li ho rimessi a posto. Sono salita al secondo piano ma nulla mi ha catturata davvero, specie nella stranamente scarsa sezione di poesia.
    Poi ho ripensato ad Haruki Murakami e mentre chiedevo una ricerca al computer ho pensato anche a Roberto Vecchioni e al Libraio di Selinunte che volevo leggere.
    Avevano entrambi, del mio scrittore giapponese un paio di titoli non ancora letti ma soltanto uno disponibile.
    Uscita dalla libreria si era fatta l’ora di mangiare così sono partita alla volta dell’Estatè e lì la sorpresa: San Benedetto boicotta l’Estatè. Il bicchierino, la lattina, bottiglietta o la bottiglia grande che sia. Non c’era un solo bar fornito di tale apprezzata bevanda, tutti indirizzati verso il Nestèa, che può piacere o meno fatto sta che questa cosa mi ha lasciata un po’ stupita perché credevo che in generale fosse contemplata l’opportunità di fornire una gamma di scelta al cliente a seconda dei propri gusti, anche a vantaggio del ristoratore, se non altro nell’arco di diversi locali e mi sono chiesta perché invece ognuno avesse deciso per l’altra medesima bibita…
    Ho concluso che si trattava di una coercizione soprannaturale, un’imposizione extraterrestre volta a stabilire il controllo del mercato del tè freddo per un giorno, forze aliene avevano fatto sparire tutte le riserve di Estatè durante la notte… ma perché?…
    Comunque i sanbenedettesi amano il Nestèa. Devono.
    E boicottano l’Estatè.
    Io ho bevuto acqua fresca naturale. Lilia. Quella dei giovani.
    Ho portato i miei panini verso il faro e poi al lungomare, ho scelto una panchina all’ombra di una palma, ho mangiato e bevuto con medio gusto e poi mi sono stesa a leggere Tutti I Figli Di Dio Danzano, dieci storie surreali di Haruki Murakami.
    giovedì, 28 giugno 2007

    " Per comprendere l'intelligenza deve sporcarsi;prima di tutto, persino prima di sporcarsi,bisogna che sia ferita"

    (Henry Michaux)
    martedì, 26 giugno 2007

    27 giugno...






    Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
    dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
    Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
    dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
    Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
    dalle ossessioni delle tue manie.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce
    per non farti invecchiare.
    E guarirai da tutte le malattie,
    perché sei un essere speciale,
    ed io, avrò cura di te.
    Vagavo per i campi del Tennessee
    (come vi ero arrivato, chissà).
    Non hai fiori bianchi per me?
    Più veloci di aquile i miei sogni
    attraversano il mare.
    Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
    Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
    I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
    la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
    Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
    Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
    Ti salverò da ogni malinconia,
    perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
    io sì, che avrò cura di te.
     
    °°°
    LA CURA
    (Franco Battiato e Manlio Sgalambro)
    a M.
    che mi porta a vedere i fari
    che regala libri inattesi
     che ha cura...
    per un buon compleanno
    Marta
    lunedì, 25 giugno 2007

    Il tempo ha preso a scorrere lentamente.
    L’ho riempito di sonno e l’ho riempito di parole eppure mantiene ferreo il suo stato alterato di lasso post-evento, somma di ore quiete che segue una settimana furibonda, così piena da dover chiedere momenti in prestito qua e là…
    E il caldo continua ad accanirsi sulla mia pelle e la testa è un misto di vocii e suoni, visi ed espressioni, strette di mano, cambi umorali, applausi, bagliori notturni…
    Il pacchetto è concluso alle spalle e rimangono residui di conversazioni, sguardi, nuovi volti interessanti, e si sfilacciano gli istanti di tensione nelle considerazioni a freddo del giorno posteriore.
    Ciò che importa resta sempre l’insegnamento dietro l’esperienza: porto a casa nuove consapevolezze di me e più fondate conoscenze della gente che mi circonda, scarto le superfici e metto via una serie di appunti mentali che mi saranno utili per successivi intenti, per successivi viaggi, ma anche per lo scorrere quotidiano delle cose, che è il qui e l’ora, il centro del vortice, il nucleo nodale di quel che mi riguarda, la punta della matita da cui partono i miei disegni e la mia volontà…

    venerdì, 22 giugno 2007

    L'ora scotta, il suolo arde, l'aria brucia e tutto scivola via frenetico, in piena, spinto dalla caffeina, acceso dagli umori e dalle singole eccentriche vivide personalità... Stasera si comincia con l'arena, stasera coloriamo un cielo aperto sul previsto e l'inatteso, stretti in un suggestivo ornamento, scortati dalla musica, in contatto con la bollente notte estiva....

    "This Place Is Everything
    Come On
    I Show You..."
    (J.M.)
    lunedì, 18 giugno 2007

    La Controra
    Comincia la nuova fase musiculturale... la fase piena, la zona calda, il momento pregno dell'intero periodo. Finite le preparazioni, conclusi i preliminari, appurate le conoscenze propedeutiche e svolto il lavoro introduttivo, ora si entra nello stato febbrile dell’evento, nell’imminente accadimento delle cose, quando tutto deve funzionare e tutto inizia a dispiegarsi sul tappeto rosso che conduce alla diciottesima edizione.
    Per una settimana si stravolgono gli orari, si alterano le abitudini, ci si dimentica dei pasti e delle ore di riposo. Si prende tutto e tutto insieme: il caldo ti assale, la frenesia t’investe e gli istanti di concentrazione si fondono con quelli di svago mantenendoti elastico e pronto a scattare, presente, parte dell’insieme.
    I pomeriggi si fanno vari, alternativi e complementari alle serate allo Sferisterio, si fanno estivi, colorati di musica e danza, accesi di versi nell’aria, profumati di festa e richiami vinari fino all’imbrunire.
    La carovana è di nuovo di passaggio, gli attori pronti sulla scena, il canovaccio è scritto e ognuno a gran voce è chiamato a partecipare….    
    *** *** ***
    venerdì, 15 giugno 2007

    Ascolto quieta
    la notte
    e i suoi profumi sfumati
    come l'attesa
    trasparente
    di un soldato
    a proteggermi
    l'ambra
    dell'anima;
    la parlata dell'universo
    rintocca semplice
    e argentea sembra
    l'onda del mare.
    (da Aria                                            
    06.08/10/2000)





  • martedì, 12 giugno 2007

    "Il passato si riflette perennemente in due specchi: quello luminoso delle parole pronunciate e delle azioni compiute e quello scuro, colmo di tutte le cose che non abbiamo detto o fatto."

    da Shantaram
    Gregory David Roberts
    lunedì, 04 giugno 2007


    San Candido, Dobbiaco, Cortina…
    Viaggio di piogge scroscianti, allegrie diffuse, buone tensioni sottese e soffice benessere dello stare insieme lungo 618 km.
    Cambio di scenari attraverso l’Italia più nordica, baccanale di temperature e gusto dei momenti:
    autogrill, scherzi, risa, racconti, complicità radio radio radio…
    l’emergere di personalità molto belle e differenti,
    osservarsi, fondersi e mantenersi autonomi,
    viversi stabilendo equilibri spontanei…
    E poi il paesaggio dolomitico, le nuvole dense a coprire le vette, le guglie alte e sottili,
    la quiete, la natura titanica,
    la pulizia, la precisione e il diverso temperamento dei nordeuropei,
    i diversi orari, la diversa cucina,
    il miele e la marmellata
    le colazioni vivaci e abbondanti
    - piacevolmente infiltrata in quel tavolo di atleti -
    il parco giochi di legno
    il giardino zen
    la passeggiata notturna nel buio e nel silenzio dell’ambiente
    stretti nel conforto dei nostri aneddoti e del tono delle nostre voci col pensiero strisciante della gara del giorno seguente,
    un orzo caldo prima della notte e i racconti di folletti e di fate dei boschi…


    Domenica mattina di sole
    il rivelarsi pieno delle montagne
    la sveglia presto
    gli istanti di tesa allegria, i bagliori, gli sguardi
    - i 30 km della Cortina-Dobbiaco-
    E seguire il percorso in macchina, precedere i runners di una tappa, le foto
    la speranza e la buona preoccupazione
    il colore e il divertimento
    l’eccitazione del traguardo
    l’esserci…


    E il ritorno. La stanchezza e il rinnovarsi lento nella testa della quotidianità lasciata in attesa,
    ma con la voglia ancora di stare insieme per un po’ di festa
    prima del riposo molto meritato.
    Grazie ai miei compagni di viaggio.
    Ad uno in particolare.

    E ora pronti all’aprirsi della nuova stagione musiculturale……

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