Solstizio d'estate

Le ore più calde, la notte più corta,
giornata di festeggiamenti e di celebrazioni…
Metteremo una corona di fiori bianchi e
danzeremo sulla sabbia col sole allo zenit
del Tropico del Cancro immaginario,
salutando Helios dall’estremo della sua declinazione,
diretti al volto dell’estate astronomica
che appena sorta inizia a guadagnare i notturni,
che appena scesa inizia a perdere l’intensità…
Breathe, breathe in the air.
Don't be afraid to care.
Leave but don't leave me.
Look around and choose your own ground.
Long you live and high you fly
And smiles you'll give and tears you'll cry
And all you touch and all you see
Is all your life will ever be.
Don't be afraid to care.
Leave but don't leave me.
Look around and choose your own ground.
Long you live and high you fly
And smiles you'll give and tears you'll cry
And all you touch and all you see
Is all your life will ever be.
Breathe - Pink Floyd
Quando il punto di tangenza è il punto d’impatto e l’origine della riflessione è anche quella della rifrazione, quando tutto arriva e viene per prendere e portare via in un ratto rapido e famelico lasciando la deriva dei sensi e una sublimazione del suono, allora sei al centro di un universo perfettamente immobile eppure tenuto insieme e in alto da continue esplosioni, e senti che la dimensione ti racchiude e ti comprende, ti alberga e si lascia occupare facendoti mostra dei suoi spettacoli infiniti dietro ai quali qualcuno perde la coscienza e il controllo, dietro ai quali qualcuno disperde l’identità, dietro ai quali puoi trovare i lati oscuri del cosmo e dell’uomo, mentre in un angolo gira e ti guarda visionaria la luna...
LA BRIGATA della CORTINA-DOBBIACO 2008
30 maggio
X
Fedeli alle proprie scelte, costanti nel decidere le imprese, anzi stanziali, i pellegrini della corsa, i viaggiatori della maratona e qualche astante-documentatore salito sulla carovana con l’investitura di scrivano del cammino, sono nuovamente partiti alla volta dell’imponente, purissimo, accogliente Alto Adige, attirati dall’annuale gara ma anche dalla promessa di un viaggio ricreativo e interessante durante il quale viversi, spalleggiarsi e fondersi in un contesto naturale di sorprendente incanto.
Lanciata attraverso un cielo immenso e incostante, accesa dallo scorrere dei chilometri ormai familiari sotto le ruote, acquietata a poco a poco dal disporsi degli animi alla comune, rinnovata esperienza, la compagnia ha pregustato l’arrivo e in un attimo – durato circa sei ore – ha raggiunto la meta primaria, Villabassa e il Vivaio del ristoro, del riposo, della speciale poliglotta accoglienza, del benessere pacifico e della serenità.
31 maggio
X
Animata dalla sostanziosa cucina tipica, allietata dalla comparsa di capre sopra le panche, scoiattoli fuggiaschi, pavoni vanitosi, pony e animaletti vari che qualcuno continua inspiegabilmente ad incontrare sulla sua strada, la comitiva è giunta alle porte di un castello austriaco abitato da pipistrelli e difeso da antropofaghe trote di lago, per trovare poi rifugio nei pressi del Lago di Misurina e tornare verso San Candido in cerca del miele più prezioso ma possibilmente evitando le api.
Stupiti dal protrarsi magico dell’imbrunire fino alle dieci di sera tra i monti, già tesi per l’impegnativa giornata dell’indomani, stretti nel silenzio e negli indumenti più caldi i viaggiatori si sono poi concessi una passeggiata notturna a Dobbiaco, ammirando sculture cui era stato rubato il nome e fantasticando di diventare idraulici-artisti o meccanici-artisti dell’avvenire….
01 giugno
X
Oltre duemila persone e trenta chilometri di resistenza, di sforzo, di risolutezza e di concentrazione per uno dei percorsi più belli d’Italia al ritmo delle gambe e delle pulsazioni, per farcela, per arrivare al traguardo ripetendo non fa male, non fa male, anche se faceva male, sognando una Kaiser Schmarren e l’acqua gelida del ruscello dell’albergo e i fanghi curativi del pomeriggio passato a ridere, a distendersi, a ripercorrere la dura impresa, felici e soddisfatti di averla ancora una volta affrontata, superata e ognuno in qualche modo vinta.
Spossati dalla giornata i pellegrini si sono poi dati agli alcolici in un improbabile pub che sembrava di essere più in Tennessee che nelSüdtirol, per capitolare infine a letto stremati, incapaci anche di ubriacarsi sul serio.
X
02 giugno
Ancora un’ultima succulenta colazione e poi di nuovo in marcia verso le Dolomiti più alte e verso Zoldo e verso Longarone e quella parte di storia d’Italia che è stato il suggestivo, raggelante scenario del Vajont, e verso la strada di ritorno, verso casa, verso il commiato defilato tra noi erranti viaggiatori arricchiti da questa esperienza e dalla consapevolezza di averla vissuta insieme, insieme in qualche maniera anche a chi non ha potuto essere presente, ma lo è stato col pensiero e lo è stato dentro di noi.
Grazie all’intera brigata.
È stato un privilegio, un piacere e un onore.
Bèh.....
per il momento -
con gli occhi e la mente ancora pieni di tutto lo splendore che ho vissuto,
tanto da guardarmi attorno e trovare un poco estranea la mia realtà -
l'impatto con la colazione è stato piuttosto duro...
Per non parlare del panorama fuori dal mio balcone.....
Ma ci riprenderemo e molto presto saliranno
sensazioni
ricordi
racconti...
x
x
Una nuova partenza, un viaggio già intrapreso, ma più tempo pervedere, per immergersi, per respirare. Ad un anno di distanza tonerà il lungo tragitto per quei boschi e le montagne, tornerà il cameratismo e pure un poco di tensione, tornerà l'esserci insieme e ilviversi, lo scoprirsi ancora e ancora, scherzare, affrontare la rinnovata esperienza e vedersi reagire, forse allo stesso modo, forse diversamente, che in un anno si cresce e si aggiugono immagini dietro agli occhi e superfici toccate dentro alle mani, profumi nella testa e sorprendente consapevolezza di se'..... E ho un quaderno e unamatita nella borsa, una bottiglia d'acqua fresca e musica per il mio viaggio, e ho un libro da leggere e la mente sgombra per riempirla dei luoghi e delle persone che mi accompagneranno, hoprospettive per il ritorno e l'estate appena entrata a sostenere questa pausa dal pur vivace scorrere del mio attuale quotidiano, e ho laspinta forte e pulsante di chi tutto questo lo crea, perno e collante per tutti i coinvolti, caffè nero di ogni sonnolenza, fonte limpida della mia energia....
giovedì, 22 maggio 2008
Amor Dentro Del Caos II - Nicoletta Tomas Caravia
x
Che non siamo angeli,
che non siamo ibridi,
che voliamo soltanto al di dentro
dei corpi
a bruciare legami e comete,
troppo umani,
di dita e di arti protesi e
aggrappati,
anatomici e folli
oltre il tempo e i colori,
oltre il freddo,
disciolti nel tutto,
santi eretici
che non cedono a leggi comuni,
che hanno mente,
hanno nervi,
hanno ventre, hanno mani.
x
22maggio2008
Sebastião Salgado, Paranà, 1996
Ci sono cose che ti entrano nel petto senza diaframmi.
Le intendi subito, le riconosci, fanno già parte di te e non ci sono filtri e non c'è neanche più il tempo a separare il tutto che arriva a sorprenderti e trascinarti dentro al sangue, dentro alle pulsazioni energiche di quel che stai affrontando...
Quasi assurdo sezionare e quantificare quando già soltanto i sensi sono appagati, quando basta guardare e un insieme indistinto si ramifica a raddoppiare le percezioni
e ti senti umano.
(qualcuno sa a cosa mi riferisco e
il perchè di queste foto)
Steve McCurry, Peshawar, 1984
A Robert Rauschenberg (1925-2008)
R.R. - Combines, 1959
R.R. - Canyon, 1959
Ala d'aquila e cromoreperto indio-yankee
di una Pop Art che non è pubblicistica ma pubblica e popolare da galleria,
tra l'assurdo e l'incanto,
nella forza espressionista di un frammento,
di un inciampo di memoria,
di un residuo quotidiano
inglobati nella pittura-oggetto di un paesaggio urbano
costantemente sprimentato, documentato ed artisticamente ricontestualizzato.
R.R. - Ace, 1962
Ruggine ed estetica
mai tanto attuali come in quest'epoca di differenziazione e reciclaggio.
Musica ed ascesi
nel lento zen della Black Mountain con John Cage.
Schiaffo-colore sul supporto che tutto accoglie
per un espressionismo astratto intinto nel Pop
che trascina ritagli di realtà dentro al quadro,
un quadro che " è finito soltanto se crea spazio".
Buon viaggio Robert.....
R.R. - Kite, 1963
lunedì, 12 maggio 2008
MAURITS CORNELIS ESCHER - DRAWING HANDS - 1948
Effetto conca sembrano chiamarlo, quando tutto tende a confluire in uno stesso periodo, quando le cose si chiamano l'un l'altra, quando più hai da fare più trovi da fare....
E tu sei al centro del vortice - ma uno di quelli buoni, di cui comprendi il moto e le dinamiche nell'immediato - e vedi che non ti trascina via, che invece tu sei il perno attorno al quale l'azione si costruisce e prende forza e dimensione, tu ti allinei agli accadimenti ma poi inizi ad esporti sul campo e lentamente ti accorgi che sei forse tu a provocarli, a volte...
E nella testa si fa spazio un ordine organizzato, e nelle braccia raccogli un impeto deterministico che ti rinnova e ti veste di una crescita che senti avvenuta da qualche parte in qualche modo, nelle ultime esperienze, in tutto quel relazionarti a diversi livelli, in tutto quel disporti con diversi registri a seconda degli interlocutori, che se ti spezza in tensione, ti ripaga in sicurezza e puoi vedere dove stai andando...
Effetto conca sembrano chiamarlo, quel momento denso di situazioni in cui il tempo vuole metterti in mano le chiavi per ampliarlo, quel periodo in cui incastri le giuste forme nelle giuste fessure e vai disegnandoti come ti sorprendi di essere.
domenica, 11 maggio 2008
Maurits Cornelis Escher
Ordine e Caos - 1950
Ordine e caos di questi giorni. Disciplina e controllo e attenzione e concentrazione su più fronti, su più volti, tensione d'orari e di sonno disperso o male impiegato, sonno da recuperare su un letto improvvisato, meglio se fatto di spiaggia, meglio se fatto di mare....
Caos d'impegni e ordine d'affetti con l'arrivo, già andato, di un altro compleanno interamente, piacevolmente sentito nello scorrere di ore semplici, quiete e confortanti, ricamate con cura attorno alla mia sensibilità e al mio benessere, per un giorno, ma anche per tutti gli altri....
Mirabilia, prismi, poliedri di luce da conservare nella Wunderkammer dei miei più significativi ricordi...
Sera, la stessa ora in cui ieri concludevo la mia disamina ad un pubblico di uditori silenziosi, rispettosi, interessati, la stessa ora in cui sentivo salire sensazioni talmente grandi da non riuscire a decifrarle, la stessa ora in cui guardavo l'espressione di certi volti per leggervi delle chiavi e delle conferme e vi trovavo soddisfazione, consensi, prospettive e soprattutto condivisione nel suo aspetto più significativo... Sera, e con essa l'arrivo della quiete, la riflessione lucida e l'individuazione dei punti deboli come di quelli forti, la rievocazione dei momenti, delle conversazioni - sorprendentemente nessuna di circostanza -, la felice consapevolezza della presenza di persone con le quali vado instaurando legami forti e quotidiani accanto ad altre che partecipano alle esperienze della mia vita da sempre, lagratitudine verso chi si pone nei confronti dei miei interessi con curiosità, verso chi è disposto a prendere in considerazione un mondo lavorativo particolare come quello degli esperti ed appassionati d'arte e di cultura in generale, fatto ugualmente di costanza, fatto di resistenza, pazienza e volontà, fatto di contatti, di tentativi e fatto anche di piedi ben piantati a terra per comprendere dove lasciar perdere e dove invece perseverare, in vista dell'incontro tra te - individuo - e la tua strada.....una gratitudine rivolta soprattutto a chi ha speso tempo, attenzione e tensione emotiva per le mie parole, tornando ad essere la cartina di tornasole su cui testare il mio valore, puntuale, indispensabile.
Conferenza
Domenica 4 maggio 2008
Sala Gigli, Teatro Lauro Rossi, Macerata
Ore18,00
L’ebraismo è un universo complesso, sedimentato nel tempo ma costantemente ragionato, elaborato ed aggiornato. Esso appare dominato da tre elementi: la RELIGIONE, la STORIA e la TRADIZIONE, componenti inscindibili e irrinunciabili per comprendere tutti gli altri campi.
Avvicinarsi all’ebraismo significa entrare in un mondo molto antico in cui tutto, compresa l’arte, è filtrato dalla visione religiosa, che è punto focale ed essenziale.
Un volta apprese le origini, i luoghi, i fatti storici, la simbologia, i rituali religiosi che si traducono in celebrazioni sinagogali tanto quanto in normativa regolatrice del vivere quotidiano del singolo e della comunità, in una parola una volta compresa la culturaebraica, ci si può orientare verso aree semantiche più demarcate, come nel nostro caso l’individuazione di sentieri ebraici nel maceratese e l’approccio all’arte cerimoniale.
Le tre sfere di conoscenza sopra citate illuminano infatti questioni indispensabili anche ad un discorso che voglia focalizzare l’attenzione sulla presenza ebraica in una zona circoscritta come quella maceratese, perché è necessario familiarizzare tanto con le vicende storiche che hanno condizionato l’evolversi e il diffondersi dell’ebraismo italiano quanto con i rituali religiosi che ne regolano tutt’oggi le dinamiche, aspetti entrambi caratterizzati da formule cerimoniali di antica e solida tradizione del tutto fondanti.
Per una migliore comprensione si dovrebbe procedere a partire dal fenomeno più esteso per restringere poi il campo, dall’ebraismo italiano a quello marchigiano, fino ad arrivare a quello maceratese le cui fasi salienti ora appartengono soltanto al passato, ma proprio in questo ci si accorge che l’ebraismo rimane vivo in qualche modo anche nei luoghi dove non risiedono più membri della Comunità Ebraica: restano appunto tracce di vissuto e di storia testimoniate da documenti, attestate da frammenti di costruzioni, da riferimenti topografici e ancor più presenti nella scia dei cognomi che stende un filo diretto e collegato ai vecchi ceppi nonché alle importanti vicende storiche di conversione, tutti elementi che permettono il recupero della memoria attraverso itinerari da poter percorrere mentalmente come fisicamente, alla scoperta di una vera e propria italianità delle origini.
L’ebraismo italiano è parte integrante della storia dell’Italia e si colloca come caso a se stante rispetto alle altre diaspore perché vede l’incontro di ebrei giunti da svariate zone d’Europa sin da epoche remote (dal 168 a.C), l’Italia è una myzug galuyot (fusione delle diaspore), situazione che delinea una volta di più la penisola come suolo multiculturale e quindi di notevole ricchezza.
In tale contesto le Marche ebraiche assumono un particolare valore per la loro posizione sulla costa adriatica ricca di porti, fiere e snodo di commerci tra il sud e il nord.
Il maceratese è racchiuso nei territori montani e collinari che rappresentano le Marche meridionali, zone dove la presenza israelitica è verificata fin dalla fine del Duecento in una decina di piccoli centri nei quali la vicenda ebraica è del tutto similare: a BELFORTE DEL CHIENTI, CAMERINO, CINGOLI, CORRIDONIA, MACERATA, MATELICA, RECANATI (e Montelupone), SAN GINESIO (e Sarnano), SAN SEVERINO e TOLENTINO gli ebrei arrivano per dedicarsi al commercio o vengono chiamati per questioni feneratizie, sono esperti tintori, orefici, commercianti prima accolti senza discriminazione poi, nel momento in cui la Marca passa sotto lo Stato Pontificio, più o meno costantemente osteggiati soprattutto a causa delle prediche dei frati degli ordini minori che promuovono i Monti di Pietà a danno dei banchi di prestito ebraici.
Una successione di bolle papali (dal 1555 al 1593) poi determina il riconoscimento e la ghettizzazione, fino all’espulsione dalle città, dando origine alla concreta, progressiva diminuzione della presenza ebraica nel meridione della Marca in favore dei luoghi che oggi rappresentano l’asse ebraico marchigiano di riferimento: Ancona, Senigallia, Pesaro, Urbino dove sono situate le cinque sinagoghe oggi attive legate alla Comunità Ebraica che ha sede in Ancona.
La sinagoga (beth ha kenesset) è il principale luogo deputato allo svolgersi dei rituali che celebrano le feste del calendario liturgico ebraico, rituali che prevedono l’utilizzo di suppellettili complessivamente riconosciute sotto il nome di arte cerimoniale: ornamenti, decorazioni e oggetti di abbellimento relativi alle funzioni che, nell’impossibilità di raffigurare Dio in alcun modo, costituiscono il fregio, spesso ricco di simbologia, dei testi ebraici che contengono il Suo nome, i rotoli della legge (Sifrè Torah).
Tali commemorazioni sacre subiscono l’influenza dei paesi d’origine da cui provengono differenziandosi in una serie di sfumature rituali largamente presente sul suolo italiano e marchigiano, gradazioni cerimoniali sicuramente qualificanti anche la realtà maceratese ormai perduta, ma mai del tutto.
Marta Silenzi
Un orologio che rintocca piacevolmente
un tempo terso di profumi e venti gentili
un assopirsi sorprendentemente sereni
un dedicarsi ed impegnarsi appagati
un sentirsi ed un sentire
tanto e forte...
x
completezza, pensiero, condivisione, sorrisi, intese, sapori, leggerezza, pelle, mani, suoni, conversazioni, respiro...
Il pieno svolgersi della giornata
per slegature di trame nel dipanarsi di impegni,
sentirsi fisici nel vento forte che sgombra la mente,
sentirsi cerebrali nell’andare del fraseggio consapevole, allenato e poi
risplendere di nudo sé…
E negli istanti sospesi ritornare all’acqua che trascina i sassi,
all’essere in quel mentre e
in quell’altrove dove la nebbia grigia non arriva...
Giuseppe Arcimboldo, Inverno, Primavera, Estate, Autunno, 1563-1573
Restano tutte e smettono l’azione circolare.
Anelano ad un moto ondoso che si consumi sulla superficie piana
ma è un contrasto che condensa solo disordine di
freddo sui limoni e sui mandorli
e ci lascia prede della luna e
della meteoropatia...
Comunque belle.
Ainda
|
Ancora
|
Vou dizendo
|
Sto dicendo
|
Certas coisas
|
certe cose
|
Vou sabendo
|
ne sto imparando
|
Certas outras
|
certe altre
|
São verdades
|
sono verità
|
São procuras
|
sono domande
|
Amizades
|
amicizie
|
Aventuras
|
avventure
|
Quem alcança
|
chi raggiunge
|
Mora longe
|
abita lontano
|
Da mudança
|
dal mutamento
|
Do seu nome
|
dal suo nome
|
Alegria
|
allegria
|
Vã tristeza
|
vana tristezza
|
Fantasia
|
fantasia
|
Incerteza
|
incertezza...
|
São verdades
|
sono verità
|
São procuras
|
sono ricerche
|
Amizades
|
amicizie
|
Aventuras
|
avventure
|
Quem avança
|
chi avanza
|
Guarda o amor
|
mantiene l'amore
|
Guarda a esperança
|
mantiene la speranza
|
Sem favor
|
senza favore
|
Ainda
|
Ancora
|
Ainda
|
Ancora
|
x
Madredeus 1994
Scivola il tempo,
lento e indolente,
risale l’autunno e l’inverno
e poi plana dentro e attraverso la primavera
e raccoglie i frutti vivi che abbiamo aspettato lungo tutto il letargo…
Ed è un risveglio ed è un aprire le mani e trovarle piene.
E arriva il momento,
arriva piano ma con la sua carica emotiva e le sue sacche d’energia,
arriva e porta incontri, parole ed esperienze,
arriva e porta ruoli e identità,
arriva e sposta i confini un poco oltre così come allontana di un’ora la notte,
e noi aspettiamo che sia abbastanza caldo da andarcene lungo la costa
a sentirci quella luce dentro che riempie, che pulisce…
Anelo
alla morbida quiete
di
Rhymes Of An Hour
dei
Mazzy Star...
Georgia O'Keeffe - Black Iris
"Cannot hear what your saying
Could i tell you so
And i can't believe my troubles
And i'm going home
Lie and sleep
Under deep
You know
While the cold winter waitin'
While it's turning cold
All these things we were searchin'
Now we just don't know
Lie and sleep
Under deep
I think you know
For the rhymes of an hour
Now i'm going home
And I can't believe I'm nothing
'Cause I'm coming down
Lie and sleep
Under deep
Do you know?"
Could i tell you so
And i can't believe my troubles
And i'm going home
Lie and sleep
Under deep
You know
While the cold winter waitin'
While it's turning cold
All these things we were searchin'
Now we just don't know
Lie and sleep
Under deep
I think you know
For the rhymes of an hour
Now i'm going home
And I can't believe I'm nothing
'Cause I'm coming down
Lie and sleep
Under deep
Do you know?"

La temperatura era umida, fastidiosa e tutto aveva il sentore della temporaneità.
Tutto era stato alterato. Le tele vendute, l’arredo dato via.
Era rimasto solo l’involucro vuoto di una vita che non aveva più ragioni.
La scatola senza suoni, la cornice senza colori.
Tutto ciò che sentiva appartenerle era una tazza di caffè.
Oltre quelle pareti cittadine c’era la campagna stesa e inquieta come lei. Resistente. Intera.
Oltre quel domicilio c’erano notti odorose che avevano spazio per i pensieri, c’erano silenzi ampi e profondi che avrebbe riempito di solitudine e di recupero, lei che aveva smesso di ascoltarsi, lei che non ricordava più il tono della propria voce interiore.
Oltre quegli ambienti echeggianti di assenza e vacuità c’era ancora l’arte.
E c’erano la conoscenza e il suo occhio puro degli inizi, c’erano le sue scelte e la sua intolleranza ancora intatte, come se non avessero attecchito davvero le radici degli anni di compromessi che avevano così facilmente indicato strade e fornito contatti, o come se alla fine, tolta la terra buia che le copriva, fossero morte.
Le dava un senso di calma tutto quel disordine e quell’insignificanza, la calma che precede la rivoluzione, la calma della decisione e dell’imminente messa in atto.
PIACERI Vergnügungen
Il primo sguardo dalla finestra il mattino
il vecchio libro ritrovato alte Buch
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale die Zeitung
il cane
la dialettica die Dialektik
fare la doccia, nuotare
musica antica Musik
scarpe comode
capire begreifen
musica moderna
scrivere, piantare SCHREIBEN
viaggiare reisen
cantare
essere gentili.
freundlich sein
Il primo sguardo dalla finestra il mattino
il vecchio libro ritrovato alte Buch
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale die Zeitung
il cane
la dialettica die Dialektik
fare la doccia, nuotare
musica antica Musik
scarpe comode
capire begreifen
musica moderna
scrivere, piantare SCHREIBEN
viaggiare reisen
cantare
essere gentili.
freundlich sein
BERTOLT BRECHT, Poesie 1947-1956
Cerco l'armonia. Ma non sempre la trovo.
Cerco di percepire i filari che salgono, scendono e sfiorano gli individui moltiplicando le loro proiezioni astrali in dimensioni a lato e intorno, ciò che un'essenza sprigiona verso l'altra intercettando quanto di immaginifico e spirituale si frappone tra loro, all'infinito, evidenziando le corrispondenze
e l'unicità che s'instaura tra due persone in mezzo a tutto il resto.
E oltrepasso il mio spiccato individualismo in favore di un'intesa che è principalmente una condivisione che io sento spontanea ma che affronta stadi che spaventano con altrettanta naturalezza, provocando un'elettricità emotiva che non esisterebbe se ciò che voglio profondamente e ciò che mi viene offerto non aderissero in maniera tanto precisa.
Eppure è lo stesso alto grado di condivisione a minare l'accordo, per via della paura di perdere il territorio in cui fino ad ora abbiamo trovato la nostra definizione, senza accorgerci che siamo già oltre o che abbiamo già guidato qualcuno dentro.

Ed è come se le ali che teniamo nascoste a noi stessi ma delle quali siamo più che consapevoli iniziassero a muoversi scoordinate, reclamando ognuna una propria direzione che annulla quella che avevamo scelto...
...quando la pancia scrive frasi che la mente non sa leggere...
Ma ogni istante compreso tra quelle scie invisibili ha il potere di illuminarci e in fondo rimaniamo sempre in attesa di cogliere una piccola epifania.
L’ora migliore, quando tutto si assopisce e sembra che scorrano più fluide le sensazioni attraverso il corpo.
L’ora del ritorno, l’ora dell’acquietarsi, quando si accendono le luci calde e anche la strada sembra disporsi in una forma di abbraccio, forse per aderire ad uno stato d’animo diffuso, rivolto alla semplice piacevolezza, all’accoglienza delle belle abitudini che rendono una quotidianità la nostra…
Ne fanno parte luoghi e atmosfere, ne fanno parte soprattutto suoni e il bisbigliare di una filiforme percezione ultimamente molto più attenta a tutto ciò che potrebbe essere più che a quello che è sempre stato e sempre sarà…
La luna sfuma elegante sfiorata dai nembi sinuosi di essenza morbida e amica.
Ridere
L'obiettivo, la fonte, l'unicorno,
la spirale che distribuisce e genera,
follia di un attimo e bellezza universale che sprigiona
e pulsa e illumina,
comprende e riempie l’essere
come fosse l’unico atto di vera vita e di vittoria,
l’istinto puro,
la reazione,
l’immediata intesa,
l’abbandono dimentico di tutto,
oltre il controllo, oltre il pensiero stesso
e dopo resta un chiarore di benessere spontaneo,
fresco, rinnovato,
come si rinnova il respiro.
Di stelle tiepide
e di un cielo che abbia suoni
e fruscii,
di un dondolarsi accanto
privi della musica dei cuori esterni,
fatti di tatto e intesa,
e di pensiero soprattutto,
noi che assistiamo al tumulto del silenzio
noi che accediamo alla fase posteriore.
Di un andare liberi
dove si muovono le scelte.
venerdì, 14 marzo 2008
It sounds like...
I escaped through the back door of the world…
X
…Delicato il latte di riso,
il miele è un cibo estremo…
…and I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I'm dying are the best I've ever had…
A world begins where the road ends…
1.Far Behind – Eddie Vedder
2 . Mad World - Tears For Fears
3. Losing my religion - REM
4. Stupid Girl – Garbage
5. Cose che non ho – Subsonica
6. Cibo estremo - Cristina Donà
7. Labyrinth – Elisa
8. Cat on the wall – P.J.Harvey
9.Tracy’s Flaw – Skunk Anansie
10. When it's good – Ben Harper
..They say time will kill the pain
I say pain is gonna kill my time …
I say pain is gonna kill my time …
…Turn up the radio…
...e vedo le tue mani allontanarsi alla deriva delle cose che non ho...
Don't believe in fear
Don't believe in faith
Don't believe in anything
Don't believe in anything
That you can't break…
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