ph_ silvia branchesi.
Avanzavano quasi sorpresi
dell’instabilità.
Era un veloce sovrapporsi di
strati, un’illusione di ubiquità ma molto più di uno sdoppiamento, un
succedersi di movimenti fotonici, distribuiti intorno in assenza di peso e di
suoni. Ci si sarebbe aspettato almeno qualche fruscio e invece era soltanto una
questione di chiarori e silenziosità, che pure avevano sostanza e corpo. Però
non c’era colore.
E non erano importanti il luogo,
l’insieme di elementi, la distanza, perché non ci si percepiva tranne che con
le idee, come in uno spazio largo ma non vuoto, e non bianco.
Poi c’erano le impronte. Una
distrazione.
m.s.
(i morti)
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