martedì 27 novembre 2012




ph_ silvia branchesi.

Avanzavano quasi sorpresi dell’instabilità.
Era un veloce sovrapporsi di strati, un’illusione di ubiquità ma molto più di uno sdoppiamento, un succedersi di movimenti fotonici, distribuiti intorno in assenza di peso e di suoni. Ci si sarebbe aspettato almeno qualche fruscio e invece era soltanto una questione di chiarori e silenziosità, che pure avevano sostanza e corpo. Però non c’era colore.
E non erano importanti il luogo, l’insieme di elementi, la distanza, perché non ci si percepiva tranne che con le idee, come in uno spazio largo ma non vuoto, e non bianco.
Poi c’erano le impronte. Una distrazione.

m.s.

(i morti)

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