Autunno. Freddo. Improvviso.
Mi piace il freddo così, deciso, imperativo. Mi ha dato concentrazione in questi giorni, una sferzata coerente con la data del calendario, un'entrata energica della stagione.
Autunno impegnato, di studio, di ricerca, di preparazione per diversi progetti insieme e di partecipazione attiva in galleria, con una mostra fotografica intensa e molto visitata, con fruitori interessati e spinti all'approfondimento.
La fotografia (documentaria in questo caso) sembra arrivare molto più della pittura, forse anche più della stessa fotografia fine art, la gente guarda e legge le didascalie e ricostruisce la memoria oppure cerca nuova conoscenza, cerca la storia, cerca la vita e la trova più facilmente che non dentro un quadro... questioni di approcci, di sensibilità, di inibizioni forse: la foto sembra poterci appartenere di più, sembra riguardarci di più, una pittura è un fatto più intimo, è un universo interiore che viene esternato, non un'immagine esterna rubata in uno scatto. Eppure anche fotografare è un fatto intimo. Che sia fotogiornalismo o fotografia pulsionale c'è una persona dietro l'obiettivo, che guarda, che vede le cose e le coglie con lo sguardo e con le sensazioni, possono essere diversi gli scopi ma l'attimo, il riconoscimento, la decisione di prendere e restituire quell'immagine, proprio quella, è personale, interiore, al di là di tutte le tecniche è ciò che distingue un essere umano dall'altro, un fotografo dall'altro, un artista dall'altro.
Vorrei che anche i dipinti e le varie forme d'arte non si frapponessero tra un comune visitatore e la sua possibilità di avvicinarsi a quell'opera, vorrei che ci fosse la spinta a guardare con occhi grandi e a sentir vibrare da qualche parte, prima ancora che a chiedere e ad approfondire, così, semplicemente, ognuno col suo bagaglio emotivo ed esperenziale, perché credo che ogni opera, ogni scatto, ogni gesto espressivo di qualità, riguardi tutti e che ciascuno abbia se stesso da trovarci dentro in qualche modo.
Autunno di riflessione, su questa come su tante altre cose, su tutto quello che si aggiunge ed entra a far parte di me e modifica il mio viaggio poco alla volta o con grandi falcate. Sono sempre grata di poter apprendere, di poter esperire, di potermi cibare voracemente di nuova conoscenza e di avere tempo e modo di accorgermene. Si cresce, si vive, si prosegue il viaggio.
Nessun commento:
Posta un commento