venerdì 17 giugno 2016

Ultimamente mi capita di sommare frazioni di pensiero. Non riesco più a riflettere fluidamente o furiosamente come facevo prima, sono solo pochi grammi frammentari che si uniscono spontaneamente e trovano senso compiuto. 
Mi sono accorta che il viaggio estivo è già iniziato, anche se non lo dice ancora il solstizio né tanto meno il meteo, e che è l'insieme delle tante micro cose che sto facendo, delle micro situazioni che sto vivendo a determinarlo come tale, a determinarne ritmo e cadenza. 
Mi spingo avanti e con costanza mi chiedo quale sia il motore della spinta, il perché della messa in gioco. Solo negli ultimi giorni sono arrivata a capire che è proprio per questo, per quel guardarmi indietro e vedere le cose fatte e vissute e messe in fila: per quelle sensazioni di una serata tra calici e sonorità libere per cui si è ragionato e lavorato tanto; per l'orgoglio di incastrare tutto e farcela (libri letti d'un fiato invece di dormire, telefonate seduta a terra tra giochi, colori e giuste pretese d'attenzione, testi stesi prima con la testa in ogni momento possibile e poi trascritti con foga a due mani); per la bellezza della cultura che mi riempie anche quando è faticoso; per il piacere della condivisione, della riuscita condivisa e ancora di più dell'impegno condiviso; per la memoria delle cose che adesso non è più soltanto mia, è anche un lascito, una traccia su cui leggermi in futuro, con clemenza e con ispirazione spero. 
Così il viaggio è iniziato, quello estivo, ma forse è anche un viaggio continuo e infinitamente più pieno di quanto non scriva, costellato di momenti e sguardi e sorrisi e strette di mano e scoperte e tentativi e carezze e fotografie e canzoni e pianti e insoddisfazioni e disorientamenti e forza e prospettiva e abbracci e nascondini e partenze e crescita e perdite e scrittura, scrittura, scrittura, scrittura...


ph. Yvette Inufio



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