Sulla strada di casa la mente dilata pensieri incongrui, li lascia vagare per i cieli e intorno agli alberi che sfilano e passano come ogni cosa.
Guido e guardo e rifletto, sulla strada di casa, tutto si annida e distende con l'andare. È fine giornata, il tema musicale è distensivo, penso a come vorrei essere più docile e onnicomprensiva, saggia quanto i miei anni lo permettono, viva quanto la mente mi concede, tuttavia anche capace di un punto di vista più alto, lontano dai confronti, più sicuro, come sono sempre stata e come in fondo sono ancora ma non del tutto in questo momento. Si sono sommate temperature e umori che fatico a disperdere, le mie onde medie sono disturbate, sto ancora componendo un collage che manca di equilibrio e quello che metto da parte è più di quanto consumo e faccio. Devo trovare il ritmo. Devo trovare il ritmo.
Sono propositi settembrini quelli che appunto in una lista trasparente mentre le ruote vanno tra curve e salite, moniti che sgusciano da espedienti quotidiani, piccoli fatti che portano piccole sensazioni cui dare e non dare importanza. Tutt'intorno è una pulsazione continua che a volte rasserena e più spesso fa paura, la natura, gli uomini, queste grandi complicazioni cui siamo giunti e che non basta più un temporale a dilavare...
Mi serve il suono del faro che non suona più.
La strada di casa mi offre un po' di tempo, un po' di spazio mentale. C'è un albero che saluto con un cenno del capo, mentre lascio il mare alle spalle, mentre vagano frammenti di immagini e fraseggi e intenzioni, c'è ogni volta un diverso cielo e un diverso tramonto di luci e nubi e colori, c'è la casa che aspetta e l'autunno in arrivo e tutto quello che non so ancora e che forse mi sorprenderà.
Guido e guardo e rifletto, sulla strada di casa, tutto si annida e distende con l'andare. È fine giornata, il tema musicale è distensivo, penso a come vorrei essere più docile e onnicomprensiva, saggia quanto i miei anni lo permettono, viva quanto la mente mi concede, tuttavia anche capace di un punto di vista più alto, lontano dai confronti, più sicuro, come sono sempre stata e come in fondo sono ancora ma non del tutto in questo momento. Si sono sommate temperature e umori che fatico a disperdere, le mie onde medie sono disturbate, sto ancora componendo un collage che manca di equilibrio e quello che metto da parte è più di quanto consumo e faccio. Devo trovare il ritmo. Devo trovare il ritmo.
Sono propositi settembrini quelli che appunto in una lista trasparente mentre le ruote vanno tra curve e salite, moniti che sgusciano da espedienti quotidiani, piccoli fatti che portano piccole sensazioni cui dare e non dare importanza. Tutt'intorno è una pulsazione continua che a volte rasserena e più spesso fa paura, la natura, gli uomini, queste grandi complicazioni cui siamo giunti e che non basta più un temporale a dilavare...
Mi serve il suono del faro che non suona più.
La strada di casa mi offre un po' di tempo, un po' di spazio mentale. C'è un albero che saluto con un cenno del capo, mentre lascio il mare alle spalle, mentre vagano frammenti di immagini e fraseggi e intenzioni, c'è ogni volta un diverso cielo e un diverso tramonto di luci e nubi e colori, c'è la casa che aspetta e l'autunno in arrivo e tutto quello che non so ancora e che forse mi sorprenderà.
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