Trasferta della Galleria in pellegrinaggio alle mostre della Capitale.
Prima tappa il nuovo tempio delle tipicità enogastronomiche italiane: la bella struttura in ferro e vetro (l'accoppiata migliore dello scorso secolo) di Eataly, mercato-ristorante-scuola di cucina-spazio espositivo che culmina al quarto piano in un mini-museo di Modigliani, appena una scultura, un olio e due disegni, ma sempre sopraffini e racchiusi nel loro importante silenzio, opposto al carnevale di colori e di profumi sottostanti. Dunque, elogio della genuinità dietro la geniale capacità ideativa che sa trasformare in tendenza anche il cibo biologico nazionale. Il mio pasto frugale è stato un sandwich con del buon pane, acqua e un ottimo caffè; nella busta due scatole di tè bianco ed Earl Grey felicemente confezionati, in fila alle casse con Rossana Casale e Ferzan Ozpetek.
L'autunno romano, vestito d'estate, lo abbiamo celebrato con una corsa verso le Scuderie del Quirinale per non perdere il nostro diritto di prenotazione; un respiro per eliminare le scorie e poi Vermeer e l'Olanda del Seicento, nei suoi interni borghesi, dentro stanze illuminate da sinistra, dentro luci dorate e diffuse che lucidano occhi e labbra dei ritratti, che colorano le ombre e avvolgono tutto di magia quotidiana e tintinnii.
Tante parole condivise, osservazioni, suggerimenti, indicazioni di lettura simbolica che sono state ascoltate, assorbite, bevute, richieste con un'attenzione di cui sono molto grata.
All'uscita, un poco frastornati, Roma ci ha di nuovo presi e catturati nel movimento cittadino, lungo via del Corso, beandoci di ogni vetrina di libreria antiquaria, per arrivare, attraverso i giardini di Villa Borghese, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, invasa dai metacrilati zoo e fitomorfi di Gino Marotta e ospitante una bella lettura di Paul Klee in rapporto con l'Italia.
E' stato interessante rispolverare i diari del pittore e ritrovarmi in certi suoi apprezzamenti di Genova e dei suoni del porto, quando era sceso "nel meridione" per un primo Grand Tour del 1901-02; e disegni, oli, pastelli e incisioni mi sono apparsi come sempre: adorabili e memorabili, un perfetto miscuglio di rigore sapiente, istinto primordiale, genio compositivo cromatico-musicale e furba ironia. E' un artista che amo. Molto.
Tanta bellezza ha in fine lasciato il campo ad un viaggio di ritorno rapido e quieto, tutti vittime di quella stanchezza buona che rende placidi e amabilmente soddisfatti, pronti a rievocare, pronti a riassaporare.
Come sempre belle ed intense queste istantanee di Roma traboccante di arte. Mi manca.
RispondiEliminache giornata perfetta: arte, cibo, e cieli azzurri. di tutte le cose che hai visto, metterei Klee al primo posto. l'ultimo quadro incanta.
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